Lazio

Ostia, 7 condanne per mafia nel processo sugli stabilimenti balneari

I giudici hanno riconosciuto la turbativa d'asta e il metodo mafioso nel tentativo di impadronirsi di alcune concessioni.

Sette condanne tra gli 8 mesi e gli 8 anni. Si è concluso così il processo per la tentata gestione illegale degli appalti pubblici con l’intento di impadronirsi della concessione di alcuni stabilimenti balneari sul litorale di Ostia a partire dal 2012, a danno dei precedenti legittimi titolari. Alla maggior parte degli imputati è stata riconosciuta l’aggravante di aver agito con il metodo mafioso.

Condannato a 5 anni e 8 mesi Armando Spada, esponente dell’omonimo clan vicino a quello dei Fasciani. Tra gli episodi contestati dagli inquirenti anche l’affidamento di uno stabilimento balneare riconducibile agli Spada. La pena maggiore, otto anni e sei mesi di reclusione, è stata inflitta ad Aldo Papalini, ex direttore dell’ufficio tecnico e dell’unità operativa ambiente del Municipio XIII, ritenuto personaggio chiave nell’affidamento di appalti pubblici a ditte compiacenti.

I giudici dell’ottava sezione del tribunale presieduti da Paola Roja hanno inoltre condannato Cosimo Appeso (cinque anni e cinque mesi), luogotenente della Marina Militare Italiana; Ferdinando Colloca, Damiano Facioni, amministratore della società Bludream, Matilde Magni, moglie di Appeso (tutti a tre anni e quattro mesi), e l’imprenditore Angelo Salzano (otto mesi con sospensione della pena).

Gli imputati erano stati rinviati a giudizio per reati che andavano dall’abuso d’ufficio alla turbativa d’asta, dal falso ideologico e concussione, alla corruzione, in diversi casi con l’aggravante del metodo mafioso. Condanne più pesanti di quelle inflitte erano state chieste dai pubblici ministeri Mario Palazzi e Ilaria Calò. Ad esempio per Papalini i magistrati dell’accusa avevano sollecitato una condanna a 17 anni e 6 mesi di reclusione.

fonte: Il Fatto Quotidiano

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