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‘Ordini del giorno anche in Emilia-Romagna’

Pubblichiamo la lettera di un balneare romagnolo, che analizza i motivi del ritardo dell'Emilia Romagna rispetto alle altre regioni nella protesta anti-Bolkestein. Ma non è mai troppo tardi...

di Luca Rosetti*

Frits Bolkestein, commissario europeo per il mercato interno della Commissione Prodi, presentò la direttiva Bolkestein alla Commissione Europea nel 2004. La direttiva divenna legge con la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea (L 376) il 27 dicembre 2006, ed è stata recepita dall’Italia mediante il decreto legislativo n. 59 del 26 marzo 2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 94 del 23 aprile 2010.

In Emilia Romagna, come in molte altre parti d’Italia, si tratta invece di un argomento ‘incredibilmente’ sottovalutato per troppo tempo, contrariamente a ciò che è accaduto nella provincia di Ascoli Piceno (di cui allego in fondo alla lettera una copia dell’ordine del giorno, che potrebbe essere ‘acquisito’ quasi integralmente). Solo da circa un anno si parla anche in Emilia Romagna di questa importantissima questione.

Come operatore turistico di Punta Marina Terme (Ravenna), credo che gli enti locali – specie della riviera – dal 2005 al 2009 non abbiano mai parlato concretamente di questa direttiva che coinvolge molti settori commerciali, perché i primi a sottovalutare questa ‘rivoluzione’ sono stati, tra i tanti, anche i rappresentanti degli operatori turistici.

Anche se in grave ritardo, visti i possibili risvolti negativi che potranno materializzarsi dal 2016 (specie per molti lavoratori e piccole imprese), chiedo a tutti i presidenti e i consiglieri degli enti locali di prendere immediata visione di questa direttiva, di contattare i sindacati dei settori commerciali interessati, e – nel caso le nostre ragioni possano essere condivise – di esprimersi in via definitiva su questa delicatissima questione, votando ordini del giono da inviare al governo italiano, perchè la possibilità di evitare le aste ce la potremo giocare ancora per pochi mesi.

Cordiali e speranzosi saluti.

*Luca Rosetti (operatore balneare di Punta Marina Terme, Ravenna)

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Di seguito, la delibera n. 61 del 7 aprile 2005 approvata dal consiglio provinciale di Ascoli Piceno, che ha portato all’ordine del giorno approvato lo scorso 20 dicembre (in merito alla questione, vedi anche il comunicato stampa dell’Itb Italia a questo link).

 

Il Consiglio Provinciale di Ascoli Piceno,

PREMESSO CHE

Dopo essere stata approvata dalla Commissione Europea il 13 gennaio 2004, la cosiddetta direttiva Bolkestein, ha iniziato con la Direttiva in seno al Parlamento Europeo il suo iter che, presumibilmente si concluderà entro marzo 2005;

RICORDATO CHE

Tale direttiva, annunciata come intervento teso a “diminuire la burocrazia e ridurre i vincoli alla competitività dei servizi per il mercato interno” è stata elaborata dopo la consultazione di ben 10.000 aziende e nessun sindacato e/o organizzazione della società civile;

vuole imporre ai 25 stati membri dell’Unione le regole della concorrenza commerciale, senza alcun limite in tutte le attività di servizio dove, per servizio si intende (articolo 4) “ogni attività economica che si occupa della fornitura di una prestazione oggetto di contropartita economica”;

pertanto l’approvazione di tale direttiva imporrebbe la privatizzazione di tutti i servizi;

RILEVATO CHE

Il cuore di tale direttiva risiede nel “principio del Paese d’origine” all’art. 16, secondo il quale un fornitore di servizi è sottoposto unicamente alla legge del paese in cui ha sede l’impresa, e non a quella del Paese dove fornisce il servizio;

secondo tale articolo, dunque, sarebbe possibile ad esempio per un’impresa di un Paese più debole concorrere alle gare nel nostro Paese per gestire un qualunque servizio applicando ai lavoratori che presterebbero qui la loro opera le condizioni contrattuali e salariali relative al Paese di origine dell’impresa (esempio Polonia, Slovenia);

se questa direttiva diventasse operante si creerebbero le condizioni di un gigantesco caporalato europeo e legalizzato dove le imprese stabilirebbero le loro residenza legale nei paesi dove diritti e salari dei lavoratori sono più bassi;

RICORDATO CHE

Il Social Forum di Londra ha lanciato una campagna europea per fermare la direttiva Bolkestein; la Fiom ha aderito a tale campagna europea perché ”la gravità della Direttiva è che essa scardina i principi di solidarietà e uguaglianza, di estensione dei diritti sociali e del lavoro, che dovrebbero essere alla base dell’Unione e che sono fondamentali per molte costituzioni, compresa quella della Repubblica italiana. La Direttiva, nel nome dell’estensione del libero mercato e della libera concorrenza, afferma il principio della più selvaggia delle competizioni sul piano dei servizi, delle attività economiche, dei rapporti di lavoro” (segreteria Fiom 28 ottobre);

RILEVATO INFINE CHE

L’approvazione di tale direttiva comporterebbe l’apertura della concorrenza e alla privatizzazione di quasi tutti i servizi e alla destrutturazione del mondo del lavoro annullando di fatto completamente la possibilità di intervento da parte degli Enti Locali e delle Organizzazioni Sindacali

ESPRIME

Profonda contrarietà verso i contenuti della Direttiva Bolkestein recepita come un ulteriore attacco ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, e analoga preoccupazione per le possibili conseguenze materiali su questi e sull’economia locale;

IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE

Ad intervenire presso gli eletti al Parlamento Italiano e gli eletti italiani al Parlamento Europeo nei collegi delle marche affinché richiedano l’immediato ritiro della direttiva Bolkestein;

Ad adoperarsi perché l’UPI si faccia promotrice verso tutte le Province italiane di analoghe prese di posizione al fine di chiedere un ampio dibattito parlamentare e un ampio livello di informazione del Paese;

A far aderire fin da subito la Provincia di Ascoli Piceno all’appello lanciato da ATTAC – Italia per una campagna a favore del ritiro della Direttiva Bolkestein;

Ad aderire e a sostenere tutte le manifestazioni delle strutture di movimento che in queste settimane si stanno organizzando per la campagna sopracitata, mettendo a disposizione gratuitamente la Sala Consiliare per eventuali iniziative e/o convegni.

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