Ieri mattina tutta la riviera adriatica si è svegliata contando i danni di una violenta mareggiata notturna che si è scatenata con rara intensità su Romagna, Marche, Abruzzo e Puglia. Il vento di scirocco ha gonfiato il mare Adriatico, provocando alte onde che si sono abbattute sugli stabilimenti balneari portandosi via svariate strutture e in alcune località persino le strade retrostanti. Nonostante la brevità del fenomeno, durato solo alcune ore, i danni sono incalcolabili: è ormai chiaro che l’innalzamento dei mari sta rendendo ogni mareggiata più grave e che servono misure radicali a livello nazionale per evitare la scomparsa non solo delle attività balneari, ma delle intere località costiere italiane (un’analoga dinamica è accaduta solo lo scorso 29 ottobre sul versante tirrenico, vedi notizia).
In Abruzzo si contano i danni più gravi, con decine di stabilimenti balneari distrutti tra Alba Adriatica, Martinsicuro, Pineto, Silvi, Montesilvano, Francavilla e Casalbordino. Il governatore Giovanni Lolli ha fatto un sopralluogo tra le località balneari, constatando la gravità dei danni e promettendo immediati interventi per garantire il ripristino della situazione entro l’imminente inizio della stagione.
A tal proposito, il Sib-Confcommercio Abruzzo ha diramato una nota per dire «basta con le lungaggini burocratiche: chiediamo l’immediato inizio dei lavori per mettere in sicurezza le nostre coste e cercare di salvare la stagione balneare». Secondo il presidente del Sib Abruzzo Riccardo Padovano, «bisogna attivare misure d’urgenza e stoppare i tavoli dove si fa solo filosofia senza dare ascolto ai balneari».
Molto importanti anche i danni in Puglia: la zona più colpita è la baia di Torre dell’Orso in Salento, una pregiata area naturalistica che ha subìto gravi danni. Le onde si sono accanite anche contro il Lido L’Orsetta, provocando il parziale crollo di alcune strutture.
Infine, piuttosto preoccupante è la situazione in Romagna e nelle Marche: qui le onde si sono fermate a pochi metri dagli stabilimenti balneari, ma hanno comunque divorato diverse decine di metri di costa. A Marina Romea, in provincia di Ravenna, la spiaggia quasi non esiste più, mentre a Marina di Montemarciano, nell’anconetano, il mare è arrivato a invadere la strada e ha sfiorato le abitazioni in prima linea.
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