di Alex Giuzio
Per il secondo anno consecutivo, l’Unione europea stanzia un milione di euro per il turismo accessibile. La cifra servirà a finanziare la ricerca sulla domanda e sull’offerta del turismo accessibile in Europa, nonché a premiare le imprese turistiche che già hanno investito in questo campo. Lo ha illustrato l’europarlamentare Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia – Ppe) durante il Meeting internazionale per il turismo accessibile, tenutosi ieri alla fiera di Vicenza nell’ambito di Gitando.All, il salone del turismo e dello sport per tutti.
Fidanza, in qualità di coordinatore della task force sul turismo del parlamento europeo, ha annunciato che «su mia iniziativa, Strasburgo ha stanziato un milione di euro per un’azione preparatoria sul turismo accessibile». A margine dell’incontro, l’europarlamentare ci ha raccontato come verrà impiegata esattamente questa cifra: «La commissione europea sta ancora preparando i bandi, ma posso anticipare che due di questi riguarderanno sicuramente la realizzazione di sondaggi per analizzare l’offerta e la domanda di turismo accessibile in Europa. È invece ancora incerto l’utilizzo di una parte dei fondi per premiare le imprese turistiche che hanno già investito per favorire l’accessibilità. Con ciò non si intendono solo gli stabilimenti balneari, bensì tutte le strutture ricettivo-turistiche».
Durante il meeting, Fidanza ha illustrato le ragioni per cui l’Unione europea intende stimolare gli investimenti privati per l’adozione di buone pratiche a favore del turismo accessibile: «Decine di milioni di europei con disabilità, di cui quattro milioni solo in Italia, hanno il diritto di essere considerati turisti a pieno titolo. Si tratta di una frontiera fondamentale per l’Europa. Non è solo qualcosa di moralmente giusto ma anche di economicamente utile, perché sviluppando l’accessibilità di destinazioni, strutture e comunicazioni si creano maggiori flussi turistici e maggiore occupazione».
L’auspicio dell’europarlamentare è che il turismo accessibile diventi un argomento sempre più importante all’interno del dibattito europeo, in particolare riguardo agli stabilimenti balneari: «Abbiamo iniziato lo scorso anno stanziando una piccola cifra per organizzare alcuni convegni in materia. Quest’anno l’iniziativa si è fatta più strutturata, con anche l’istituzione di un tavolo di lavoro specifico sull’accessibilità, al fine di accompagnare la nascita dei progetti e delle normative europee, a partire dall’imminente revisione del Regolamento sui diritti dei passeggeri del trasporto aereo. E spero di riuscire a realizzare presto uno dei miei progetti che mi stanno più a cuore, e che riguarda l’argomento specifico “spiagge e accessibilità”».
In Italia, il turismo accessibile è già un importante argomento di studio grazie allo studio “Accessibile è meglio”, un vero e proprio libro bianco sul turismo per tutti, realizzato dal Comitato per la promozione del turismo accessibile e presentato lo scorso 15 febbraio alla Bit di Milano. Il progetto, coordinato da Valentino Guidi per conto del ministero italiano del turismo, è un’assoluta novità per l’Italia, ed è auspicabile che il nostro paese – sfruttando l’attenzione che l’Unione europea sta dedicando all’accessibilità in vacanza – diventi il capofila delle buone pratiche per il turismo per tutti, anche al fine di valorizzare la propria reputazione nel panorama turistico internazionale.
Il turismo accessibile è infatti un settore molto importante, se si pensa che i disabili costituiscono il 19,6% dei viaggiatori in Italia, come sottolinea il dossier “Accessibile è meglio”. Il comparto turistico italiano dovrà necessariamente adottare, entro breve e su larga scala, almeno alcune delle 360 buone pratiche per il turismo accessibile che sono state raccolte nel libro bianco curato da Guidi, il quale spiega proprio oggi sul Sole 24 Ore: «Il viaggio è un momento di crescita e di formazione personale che permette all’uomo di aprirsi alla conoscenza di nuove persone, realtà e culture. Proprio per questo, la possibilità di viaggiare entra a pieno titolo tra i diritti fondamentali della persona e diventa primaria la riflessione sul riconoscimento del viaggio come garanzia di pari dignità e opportunità tra cittadini. L’accessibilità, perciò, non è solo un obiettivo da raggiungere attraverso accorgimenti di carattere architettonico, ma prima di tutto e soprattutto un obiettivo sociale, civile, culturale e democratico».
Escludendo i cinquanta progetti di carattere nazionale, attualmente l’Emilia-Romagna e la Toscana sono le due regioni più virtuose per l’adozione di buone pratiche dedicate al turismo accessibile. Non a caso, si tratta delle due regioni in cui il turismo balneare è maggiormente sviluppato. Questa la classifica completa (tratta dal libro bianco ministeriale):
Emilia-Romagna | 55 |
Italia | 50 |
Toscana | 47 |
Lombardia | 36 |
Veneto | 30 |
Lazio | 28 |
Sicilia | 27 |
Liguria | 20 |
Piemonte | 17 |
Puglia | 12 |
Sardegna | 11 |
Campania | 9 |
Trentino | 9 |
Valle d’Aosta | 8 |
Umbria | 8 |
Calabria | 8 |
Marche | 8 |
Abruzzo | 7 |
Friuli Venezia Giulia | 3 |
Basilicata | 2 |
Alto Adige | 1 |
Ma sulla spiaggia c’è ancora tanto da fare, poiché il dossier curato da Guidi evidenzia come in Italia i turisti disabili abbiano riscontrato le soluzioni più adeguate alle loro esigenze nelle terme (58,8% delle imprese ricettive valutate), in campagna (56,5%) e nei laghi (56,3%), mentre il mare (52,7%) è davanti solo alla montagna (48,3%).
Ma in cosa consistono queste buone pratiche? Rimandiamo al dossier “Accessibile è meglio”, scaricabile cliccando qui, per avere una panoramica completa, e ci limitiamo a sottolineare come le singole azioni possano variare dall’adeguamento edilizio delle strutture alla disponibilità di informazioni in diversi formati per le disabilità sensoriali.
Gli imprenditori, insomma, possono fare tanto anche per conto proprio, come dichiara, sempre sul Sole 24 Ore di oggi, la presidente del Comitato ministeriale per la promozione e lo sviluppo del turismo accessibile Flavia Maria Coccia: «Il diritto per tutti a fare turismo non dovrebbe più essere solo una prescrizione di legge da far osservare, o un optional come il simbolo della sedia a ruote infilato tra i tanti servizi offerti dalle strutture». Turismo accessibile significa infatti pari opportunità e dunque civiltà, senza dimenticarsi delle nuove possibilità economiche di cui possono godere le imprese più attrezzate a garantire il turismo per tutti.
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