È stato approvato lo scorso 28 dicembre dall’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, con il voto favorevole della maggioranza (Pd e Sel) e l’astensione dei gruppi di minoranza (Lega Nord, M5S, Forza Italia, Fratelli d’Italia), il progetto di legge dal titolo "Norme di semplificazione della disciplina regionale in materia di demanio marittimo. Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2002, n. 9".
«Un intervento voluto per rendere più coerente il riparto di funzioni tra Comuni e Regione in questa materia e per introdurre importanti elementi di semplificazione e “sburocratizzazione” – spiega il relatore della legge Mirco Bagnari (nella foto) – Innanzitutto si vuole arrivare a una semplificazione delle modalità di definizione delle direttive per la disciplina degli usi del demanio marittimo con finalità turistico-ricreative con l’approvazione da parte della giunta regionale, tramite un procedimento più snello ma garantendo ugualmente un adeguato coinvolgimento politico imprenditoriale e sociale. Le semplificazioni introdotte mirano inoltre a consentire agli enti locali di intervenire in tempi rapidi per il bene dei territori amministrati. Citiamo, per esempio, il caso in cui i Comuni utilizzano l’arenile demaniale per progetti di difesa della costa (ripascimenti, eccetera), tipologia di intervento che richiede di intervenire in tempi rapidi e in periodi ben precisi e circoscritti nel tempo durante l’anno e che attualmente sono sottoposti ad un procedimento articolato e farraginoso che rischia di fare sforare questi tempi stringenti».
La costituzione del Distretto turistico balneare della costa emiliano-romagnola (istituito nel gennaio del 2014 con provvedimento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) – ricorda Bagnari – ha tra i propri obiettivi quelli di riqualificare e rilanciare l’offerta turistica a livello nazionale e internazionale, accrescere lo sviluppo delle aree e dei settori del distretto, migliorare l’efficienza nell’organizzazione e nella produzione dei servizi, assicurare garanzie e certezze giuridiche alle imprese che vi operano con particolare riferimento alla semplificazione e celerità nei rapporti con le pubbliche amministrazioni. Per questo con il progetto di legge approvato è stata istituita la “cabina di regia” regionale per il distretto turistico della costa al fine di garantire il coordinamento fra le istituzioni pubbliche coinvolte nell’attuazione della normativa in materia di Distretto turistico balneare e per istituire una sede di confronto tecnica e istituzionale per elaborare ulteriori proposte di semplificazione normativa e amministrativa.
Con il progetto di legge approvato si punta anche a dare reale concretezza al principio di sussidiarietà, ribaltando la precedente impostazione e rendendo i Comuni competenti a esercitare tutte le funzioni amministrative non espressamente mantenute dalla Regione.
È stata inoltre modificata la normativa previgente, attribuendo al piano dell’arenile natura di componente del Regolamento urbanistico ed edilizio (Rue): «Una semplificazione – sottolinea il consigliere Bagnari – che non apre le porte alla “cementificazione” dal momento che il Rue stesso (con la relativa cartografia e procedimento di approvazione) fornisce sufficienti garanzie di tutela ma supera i limiti di validità del Piano Operativo Comunale (5 anni)».
La Legge Regionale 9, infine, va a toccare anche l’ambito relativo all’esercizio dell’acquacoltura su concessione demaniale marittima; un settore purtroppo non abbastanza considerato e che invece interessa un numero consistente di aziende nella nostra regione (oltre 1700) con tradizioni e competenze che meritano sicuramente attenzione. «Poiché questo settore è caratterizzato da un panorama normativo complesso e “stratificato” nel tempo, anche a seguito del confronto con i rappresentanti della categoria – conclude Bagnari – da un lato con questo provvedimento si è voluto cogliere l’occasione per dare chiarezza alle attività appartenenti a questo ambito ridando un ruolo centrale alla Regione, dall’altro è stato proposto e approvato dall’assemblea un ordine del giorno specifico per assumere un indirizzo politico che sollecita interventi normativi per fare la chiarezza necessaria a consentire agli operatori e alle aziende di muoversi entro un panorama certo e chiaro».
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