Fabrizio Fumagalli, concessionario dello stabilimento MedNet di Ostia, non ha commesso abusi edilizi nella realizzazione del chiosco-ristorante che la sindaca di Roma Virginia Raggi ha fatto demolire lo scorso dicembre. Lo ha stabilito nei giorni scorsi il Tribunale di Roma.
La demolizione del chiosco era stata imposta dall’amministrazione comunale supponendo che Fumagalli, titolare della concessione del Med da oltre quarant’anni, avesse realizzato il manufatto in maniera illegale. Invece, lo scorso giovedì 14 febbraio il tribunale ha assolto l’imprenditore balneare con formula piena, ritenendo che “il fatto non sussiste” e dunque che nessun abuso edilizio sarebbe stato commesso.
I primi fatti legali sul Med risalgono al 2016, quando il municipio di Ostia aveva revocato la concessione a Fumagalli accusandolo di abuso edilizio (vedi notizia). L’imprenditore aveva persino rassegnato le sue dimissioni da presidente regionale del Sib-Confcommercio Lazio (vedi articolo), e nel frattempo la giustizia ha fatto il suo corso, assolvendo Fumagalli seppure ormai il suo chiosco sia stato demolito lo scorso 11 dicembre (nella foto).
In occasione dell’abbattimento, la sindaca Raggi – accompagnata dalla presidente del X Municipio Giuliana Di Pillo – aveva giudicato l’operazione come un momento di «ripristino della legalità sulle spiagge di Roma». Secondo quanto annunciato dalla prima cittadina, il Campidoglio ha speso 30mila euro per la rimozione dei 450 metri quadri di manufatto e dei 1500 metri quadri di pedana in legno.
«Il tribunale penale mi ha restituito la serenità – ha commentato Fumagalli a margine della sentenza – Ora mi auguro che la politica e soprattutto l’amministrazione comunale aprano una riflessione seria sulla facilità con cui si sono accomunati fatti di mafia e di corruzione nella pubblica amministrazione con un’intera categoria di imprenditori balneari».
Invece, secondo l’amministrazione comunale l’operazione di abbattimento sarebbe stata regolare. «L’ex Mednet non è stato demolito ingiustamente», ha dichiarato infatti la presidente del X Municipio Giuliana Di Pillo dopo la notizia dell’assoluzione di Fumagalli. «Un conto è la responsabilità penale dell’ex gestore, altra cosa è la violazione della concessione e delle norme del Codice della navigazione che hanno portato alla decadenza e alla demolizione dei manufatti privi di permesso di costruire. Va precisato che l’amministrazione non è ancora in possesso del dispositivo e comunque si aspettano le motivazioni della sentenza. Ma i fatti ci dicono che l’ex concessionario, sui volumi dell’ex circolo velico con annessa attività elioterapica, ha sostenuto diversi ricorsi che l’amministrazione ha sempre vinto, tanto che il Tar ha ampiamente e motivatamente sancito la legittimità dell’azione intrapresa dal municipio, pertanto le strutture abusive sono state abbattute».
«Nel corso degli anni su quel tratto di arenile sono stati realizzati diversi manufatti, per un totale di 600 metri quadrati di superficie – prosegue Di Pillo – che avrebbero dovuto avere un carattere temporaneo, vale a dire che dopo sei mesi il concessionario avrebbe dovuto rimuoverli. Questo non è mai avvenuto, nonostante già nel 2003 l’allora amministrazione avesse ingiunto la demolizione di tali volumi illegittimi. A seguito dell’approvazione del Piano di utilizzo degli arenili avvenuta nel 2006, l’ex concessionario ha chiesto una sanatoria per gli abusi realizzati, non possibile in termini di legge. Oltretutto l’ex gestore non era in regola con il pagamento degli oneri concessori già a partire dall’anno 2009. Per tutte queste motivazioni l’amministrazione, al solo e unico fine di tutelare l’interesse pubblico, nell’agosto del 2016 ha emesso il provvedimento di decadenza della concessione demaniale marittima e ha messo in atto le procedure necessarie al ripristino dell’area, conclusesi con la demolizione (in danno all’ex concessionario) di tutte le strutture realizzate senza titolo edilizio e in contrasto con la disciplina urbanistica vigente».
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