Attualità Emilia-Romagna

La riviera balneare del futuro al Politecnico di Milano

Elevato interesse dei massimi esperti di urbanistica per il progetto post-Bolkestein di una località balneare romagnola.

Gli importanti progetti in cantiere per la piccola località romagnola di Bellaria Igea Marina continuano a destare l’interesse dei massimi esperti italiani in urbanistica e si allacciano ai possibili scenari per risolvere la direttiva europea Bolkestein con importanti investimenti da parte degli attuali imprenditori balneari. Il masterplan del Piano dell’arenile firmato dall’architetto Cristian Gori del Coworking Studio, su commissione della Cooperativa Bar di Spiaggia di Bellaria Igea Marina, lo scorso 19 gennaio è stato infatti ospitato al Politecnico di Milano in occasione del convegno organizzato dall’Osservatorio Pratiche di Resilienza: si tratta di un importante riconoscimento per un progetto innovativo di lungomare del futuro, già elogiato lo scorso novembre dall’Università Federico II di Napoli (vedi notizia), atestimonianza di un vivo interesse anche del mondo accademico nei confronti degli sviluppi territoriali marittimi-balneari delle coste italiane.

La proposta di rigenerazione per Bellaria Igea Marina intende concepire la fascia costiera della città come un woonerf marino, configurando zona alberghiera, lungomare e arenile come un unico contesto paesaggistico. Il tratto costiero coinvolto si estende per oltre 5 chilometri, prevedendo un coordinamento progettuale dalla scala paesaggistica a quella dell’arredo. E soprattutto, aspetto particolarmente importante, intende affermare la fascia dei servizi sull’arenile come una specifica tipologia di spazio urbano: una peculiarità che connota la linea di costa romagnola, sintesi e cerniera tra la naturalezza dell’ambiente marittimo e l’insediamento edificato della realtà urbana.

Come ha sottolineato l’architetto Gori al convegno milanese, «il tema della resilienza si esplicita nei caratteri prestazionali che il masterplan delinea come obiettivo, e cioè la salubrità ambientale, la sicurezza urbana, i nuovi servizi balneari, l’attenzione alla socialità dei luoghi e la soggettività dei singoli operatori turistici coinvolti nella riqualificazione».

«Il progetto cerca di adattare gli spazi alle dimensioni fisiche esistenti – precisa Gori – assecondando i luoghi della riviera alle esigenze degli operatori e agli stili di vita dei turisti. Sono questi i principali requisiti che interpretano il concetto di resilienza non solo in termini fisici, ma anche sociali, economici e culturali. Il tutto rappresenta un primo ma indispensabile tassello per definire quel percorso urbanistico da intraprendere al fine di attuare il rinnovamento di una parte nevralgica del territorio bellariese e igeano».

In questo primo stadio del progetto, spiega ancora l’architetto, «abbiamo cercato di tradurre la riflessione concettuale in una possibile configurazione urbana, localizzando i diversi comparti e quantificando l’entità delle aree d’intervento. Un’idea di progetto dove le configurazioni degli schemi organizzativi identificano degli spazi fisici la cui definizione verrà poi affidata successivamente ai peculiari progetti architettonici degli operatori balneari».

Tuttavia, il progetto non potrà che attuarsi solo una volta che la situazione normativa sulle concessioni balneari sarà più chiara: «Siamo consapevoli che il tutto potrà attuarsi dopo che sia stata definita la questione del regime concessorio attualmente cristallizzata dalla direttiva Bolkeistein», afferma infatti Riccardo Pazzaglia, presidente della Cooperativa Bar di Spiaggia di Bellaria Igea Marina, committente del progetto. «Ma era comunque fondamentale, da parte nostra, dare un contributo costruttivo alla città per iniziare a definire quei caratteri progettuali sui cui attivare il rinnovamento dell’intero arenile. Ed è nostra intenzione dare seguito a questo progetto che riteniamo fattibile e di qualità».

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