di Giancarlo Cappelli
La Corte dei Conti ha bocciato l’ultimo provvedimento del governo di Mario Monti, che prevedeva, tra l’altro, la proroga delle concessioni balneari fino al 2020. A questo proposito la commissione rileva un danno economico per lo Stato.
La notizia, annunciata dai telegiornali, ha scatenato grande preoccupazione tra i concessionari demaniali marittimi, preoccupati che la scadenza delle concessioni torni al 31 dicembre 2015, con la conseguenza che entro pochi mesi si arrivi alla messa in opera dell’evidenza pubblica. Ad alimentare questo stato d’animo sono state le dichiarazioni dei giudici, che nella loro relazione fanno presente che il prolungamento delle concessioni è stato rilevato negativamente dalla relazione tecnica, in quanto un’eccesiva estensione fino al 2020 potrebbe diventare un nuovo oggetto di procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea. L’Europa, secondo i giudici, potrebbe multare l’Italia per la mancata applicazione della direttiva Bolkestein e di conseguenza fare decadere la proroga.
Queste sono le notizie divulgate in questi giorni. È comprensibile l’effetto negativo sui balneari, che si aspettano più attenzione da parte del governo in modo positivo. Queste sentenze sono demoralizzanti sopratutto per i non addetti ai lavori sindacali. Ma l’allarmismo sollevato anche da alcune categorie del settore non è giustificato, perché il parere della Corte dei Conti è importante ma non vincolante. Dunque, non ci saranno conseguenze negative.
Il parere della Corte dei Conti non riporterà le scadenze delle concessioni marittime al 2015, poiché tale organo non ha potere decisionale. Il danno erariale non esiste, perché i canoni vengono adeguati ogni anno in base alle rivalutazioni dell’Istat. Noi non rischiamo la procedura d’infrazione per la proroga: a dirlo è stato lo stesso commissario europeo Michel Barnier in risposta a una interrogazione al Parlamento europeo.
Certamente abbiamo il problema dell’evidenza pubblica, ma non ci aspettavamo una relazione della Corte dei Conti che bocciasse il prolungamento delle concessioni al 2020, anche perché noi abbiamo sempre sostenuto che tale proroga non è sufficiente per garantire investimenti e riqualificazione delle spiagge.
Il Sib-Confcommercio ha convocato per giovedì 16 maggio la giunta nazionale per informare i propri associati. Da essa è emerso che siamo ottimisti e non rileviamo preoccupazioni in merito al parere della Corte, anche se la questione richiede approfondimenti.
Ricordiamoci che con un periodo breve delle concessioni nessuno investe senza avere certezze di continuità, quindi in futuro avremo imprese non rispondenti alle esigenze dei turisti, e questo rischia di portarci fuori mercato. Infine mi richiamo al diverso trattamento della Spagna da parte della Comunità europea, e nutro fiducia nella costituzione della Federazione europea dei balneari che tutelerà gli interessi dei concessionari di spiaggia italiani, spagnoli e portoghesi.
Giancarlo Cappelli è presidente regionale Sib-Confcommercio
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