Gli imprenditori balneari lo denunciano da sempre: perché in spiaggia si deve pagare l’Iva al 22%, mentre alberghi e campeggi hanno l’aliquota agevolata al 10%? Tutto ha avuto origine vent’anni fa, quando con l’ingresso in Comunità europea, gli stabilimenti balneari erano inseriti nella categoria “servizi alle persone”, pertanto non furono considerati attività turistiche. Ma oggi che i tempi sono cambiati, tanti operatori del settore chiedono di adeguare la situazione, proprio come avviene per esempio in Spagna o in Grecia, dove gli stabilimenti balneari possono godere di aliquote dimezzate rispetto alle nostre (incentivando i loro mercati turistici a nostro discapito).
A tentare di cambiare questa ingiustizia fiscale, più volte denunciata anche da tutte le associazioni di categoria dei balneari, ci sta provando in particolare una petizione europea che ha bisogno del supporto di tutta la categoria: l’iniziativa è di Sara Bellandi, titolare di uno stabilimento in Versilia, che ha aperto una petizione nel portale europeo per chiedere l’Iva agevolata anche agli stabilimenti balneari.
«In Italia le concessioni demaniali marittime scontano una aliquota dell’imposta sul valore aggiunto pari attualmente al 22% del corrispettivo del servizio», motiva la petizione. «In altri paesi questa aliquota è decisamente più bassa: in Grecia è al 13%, in Spagna al 10%, in Croazia al 7,5%. Ovvio che questo comporta elementi distorsivi sulla concorrenza e sulla libera scelta di offerta turistica tra i vari paesi del Mediterraneo, a mio parere non conformi al diritto eurounitario».
L’Iva è un’aliquota europea, ma deve essere una legge nazionale approvata dal parlamento italiano ad adeguare la situazione. E una petizione lanciata sul portale Ue dedicato, se sostenuta da molte persone, può aiutare a sensibilizzare sulla situazione e a far partire un cambiamento.
Per visualizzare e sostenere la petizione sull’adeguamento dell’Iva negli stabilimenti balneari italiani, clicca qui. Il portale richiederà le proprie credenziali per accedere: la registrazione è infatti necessaria per poter sostenere una petizione europea. Una volta completata la registrazione ed effettuato il login, sarà possibile sostenere la petizione sull’Iva.
© Riproduzione Riservata