I sindacati di categoria Sib, Cna Balneatori, Fiba e Assobalneari hanno inviato al governo il documento unitario di Rimini approvato lo scorso 22 ottobre, con allegata una lettera di accompagnamento. Con questo atto, i sindacati hanno ufficialmente espresso al governo la propria richiesta di deroga alla direttiva europea Bolkestein, che impone la messa all’asta delle concessioni demaniali marittime. Il governo aveva chiesto ai sindacati una proposta entro il 31 gennaio, in vista dell’incontro programmato per il 23 febbraio con i ministri al turismo Piero Gnudi e agli affari europei Enzo Moavero Milanesi.
Questo il commento di Cristiano Tomei, presidente di Cna Balneatori, in merito all’invio del documento: "Vogliamo dal governo risposte certe. Non si deve mandare in liquidazione il futuro di 30.000 imprese e famiglie del turismo balneare italiano, che rappresentano un unicum in termini di investimenti, occupazione ed elevata qualità dei servizi, in tutto il panorama europeo".
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La lettera, firmata da Riccardo Borgo (presidente nazionale Sib), Cristiano Tomei (coordinatore nazionale Cna Balneatori), Vincenzo Lardinelli (presidente nazionale Fiba) e Fabrizio Licordari (presidente nazionale Assobalneari), dopo un’attenta analisi dell’importanza economica rivestita dal turismo balneare italiano, si conclude con un passaggio molto importante:
"Non possiamo che formulare la richiesta preliminare di un provvedimento legislativo di sospensione delle procedure amministrative in atto per evitare conseguenze gravi e irrimediabili per diverse centinaia di imprese balneari. Imprese che sono sotto poste a procedure di decadenza a causa della loro impossibilità a pagare canoni insostenibili e di incerta determinazione oppure soggette a procedura di incameramento delle opere che, pur essendo state pacificamente qualificate in passato di facile rimozione anche con atti dell’allora Genio Civile alle Opere Marittime, non lo sono attualmente secondo l’Agenzia del demanio. Si ritiene quindi necessaria e indispensabile l’adozione di un tale provvedimento legislativo anche per la totale incertezza sia sui criteri (valori OMI del terziario o, invece, del commerciale, individuazione delle superfici destinate direttamente alle attività, ecc) di determinazione dei canoni che sulle caratteristiche costruttive per la qualificazione della facile o difficile rimozione (sulla base delle numerose circolari ministeriali o, invece, delle leggi regionali o, al contrario, delle determinazioni degli strumenti urbanistici comunali) causa di un esteso contenzioso e di conseguenze devastanti per le numerose imprese che si vedrebbero espropriare i propri beni".
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