di Marcello Di Finizio*
Cari colleghi,
è inutile dirvi che vi stimo e vi rispetto tutti, e penso che siete stati davvero straordinari a Bruxelles, avendo dimostrato ancora una volta che per ottenere qualcosa non c’è bisogno di muovere un esercito, ma che anche un piccolo gruppo di persone ben determinate possono cambiare il corso degli eventi (la storia è piana di questi esempi). Immaginiamo se fossimo stati solo la metà di quelle 30.000 piccole aziende a muoverci verso Bruxelles o verso Roma: sicuramente le cose sarebbero cambiate immediatamente; ma non è stato così. Non so per quale misterioso motivo, noi italiani aspettiamo sempre che ci sia qualcuno che si occupi dei nostri problemi, che li risolva per noi, che faccia il ‘lavoro sporco’ per noi.
Mi dispiace davvero molto di non essere potuto venire con voi a Bruxelles, ma purtroppo, come sapete, c’era il processo dei due presunti delinquenti che hanno dato fuoco al mio stabilimento ‘La voce della luna’. Comunque, delinquenti a parte (che anche se condannati non risolveranno di certo il problema né a me, né tantomeno a voi), e senza entrare in altre inutili polemiche su cosa sarebbe o non sarebbe giusto fare adesso, dopo Bruxelles, io personalmente penso che bisognerebbe che noi tutti facessimo ancora un ultimo sforzo senza perdere ulteriore tempo prezioso, e che andassimo tutti in processione a Roma, ma proprio TUTTI! E con tutti i mezzi: in camper, in moto, in aeroplano, in deltaplano, col pedalò o a nuoto risalendo il Tevere, a piedi o in bicicletta o con il monopattino, ognuno come può, ma TUTTI a Roma, e questa volta non davanti al Quirinale o a Palazzo Chigi! Perché, visto che a questo punto siamo finiti tutti ‘nelle mani del Signore’, ritengo che il luogo più opportuno per tale riunione sia in piazza San Pietro (e magari, perché no, con una silenziosa fiaccolata), per chiedere udienza al Papa affinché interceda per noi con l’attuale governo e salvi le piccole imprese familiari che stanno per andare sul lastrico. Credo che in questo momento Ratzinger sia l’interlocutore più opportuno e adatto a conferire con gli attuali inquilini di Palazzo Chigi , che voi siate credenti o no. Ma so anche che mettervi d’accordo tutti è un’utopia, e non ho di certo la presunzione, né la pretesa di farlo io. Perciò, ho pensato di compiere questa impresa da solo.
Visto che non sono potuto venire a Bruxelles con voi, in questo modo cercherò di compensare alla mia mancanza facendo semplicemente ancora una volta la mia parte in questa nostra lotta collettiva, e quindi partirò da Trieste il primo dicembre, attraversando in bicicletta la costa adriatica fino a Pescara e poi da li farò ancora un ‘piccolo’ tratto all’interno per arrivare fino a Roma in Piazza S. Pietro, per un totale di circa 870 chilometri. E rimarrò in piazza finché il Papa non mi riceverà.
All’inizio pensavo di fare il percorso a piedi, ma poi ho cambiato idea, non per paura della difficoltà, ma solo perché ci metterei troppo tempo: e visto che di tempo non ne abbiamo più, ho pensato di partire con una bicicletta. Non che la fatica sia minore, considerando, oltretutto, che il mio stato di salute fisica non è proprio al massimo: i miei muscoli purtroppo si sono un po’ atrofizzati a causa dei prolungati digiuni; ma per quanto riguarda il mio stato mentale, non c’è alcun problema! Quello non è mai stato normale.
Lungo il percorso fino a Roma toccherò diverse città e paesi balneari, e cercherò in qualche modo di parlare con i nostri colleghi balneari (quelli che ancora non si sono accorti di niente, i dormienti), per informarli e stimolarli a combattere con noi e a non rassegnarsi, perché uniti possiamo ancora vincere. L’unica cosa che vi chiedo è un minimo di supporto durante il tragitto: viveri, acqua, e tutto quello che vi sentite di fare per la nostra causa sarà sicuramente apprezzato. Per il resto mi arrangerò da solo, e se qualcuno vorrà venirmi a trovare in Piazza S Pietro, sarò ben felice di abbracciarlo nel mio nuovo domicilio.
*Marcello Di Finizio (nella foto) ha da poco concluso uno sciopero della fame contro la direttiva Bolkestein, durato 54 giorni. Potete leggere le ragioni della fine del suo sciopero leggendo la sua precedente lettera a questo link. Per sapere la storia del suo stabilimento balneare incendiato, invece, clicca qui.
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