Non bastano le incertezze legate alla direttiva Bolkestein: per i concessionari balneari di Albisola Superiore, in Liguria, si aggiunge anche l’incubo di pagare l’Imu sugli ombrelloni. Si tratta della possibile conseguenza di una delicata vertenza in corso fra 14 stabilimenti balneari, il Comune e l’Agenzia delle entrate, che rischia di avere effetti nefasti sul settore, come già accaduto qualche anno fa a Rimini.
A ricostruire la vicenda è Il Secolo XIX: tutto è iniziato nel 2019, quando la Guardia di finanza, nel corso di alcuni accertamenti sul demanio di Albisola, chiese al Comune del perché gli stabilimenti balneari non pagassero l’Imu, a differenza di quelli dell’adiacente Albissola Marina. La risposta fu che non la pagavano perché in passato le strutture della località erano quasi totalmente smontabili d’inverno e quindi esenti dalla tassa sui fabbricati, mentre a Marina le strutture sono storicamente più grandi e fisse per tutto l’anno. Ma nel corso del tempo, anche ad Albisola Superiore gli stabilimenti sono divenuti di “difficile rimozione“, portando le fiamme gialle a richiedere il pagamento dell’Imu. Così è iniziata una vertenza tra i concessionari, il Comune e l’Agenzia delle entrate per definire una rendita e la relativa imposta. Si è trattato di un contenzioso lungo e complicato, che ha portato al rischio di «pagare quasi più di Imu che di demanio», come sintetizza sulle pagine del quotidiano il presidente dei bagni marini locali, Danilo Garbarini. La richiesta del fisco, infatti, è che l’Imu venga pagata non solo sulle strutture, ma anche sulle aree destinate all’ombreggio.
I concessionari della ridente località ligure sono molto preoccupati: un conto è versare l’Imu sui volumi come tutti i balneari d’Italia, ma un altro conto sarebbe ciò che è venuto fuori negli incontri, ovvero l’ipotesi di pagamento anche per la rendita dell’arenile, cioè per gli ombrelloni che certamente non sono fissi. Il problema è che in questi confronti l’interpretazione del fisco è andata nella direzione già seguita a Rimini, dove l’ombra della spiaggia è stata fatta passare per un elemento da conteggiare nell’Imu.
Nel capoluogo romagnolo si era ipotizzato un prezzo di ben 35 euro a ombrellone, poi ridimensionata dai giudici, ma il Sib-Confcommercio Liguria non ci sta: «È una questione molto complessa che speriamo si concluda senza bisogno di avvocati né di ricorsi», dice il presidente regionale Enrico Schiappapietra. «Un conto è pagare l’Imu come tutti, e su questo non entro nel merito del caso di Albisola, perché c’è già una norma di legge che disciplina il tema e prevede che paghino tutti quelli “che hanno strutture di difficile rimozione”, quindi non ci sono grossi dubbi. Ma un altro conto è dover pagare per strutture che definire “non amovibili” è assurdo, come gli ombrelloni appunto. Anche a Rimini ci hanno provato, ma è un problema di interpretazioni di circolari che noi contestiamo. Voglio pensare che sia una vicenda di lana caprina che alla fine si risolverà col buon senso. Anche perché non mi sembra che in questo momento, con tutte le incertezze già in campo per la nostra categoria, sia il caso di introdurre pure quest’altro tema così delicato».
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