di Matteo Tuccini
I Comuni della Versilia sono pronti a prolungare le concessioni balneari anche di 20 anni. L’annuncio arriva dal sindaco di Forte dei Marmi Umberto Buratti, dopo una riunione dell’Anci sulla questione spiagge. E colpisce.
L’idea delle amministrazioni comunali è di prendere in contropiede l’eventuale verdetto negativo della Corte di giustizia europea (vedi notizia). Che potrebbe imporre la riassegnazione delle spiagge con gare pubbliche a partire già dal 2016.
Ieri i Comuni toscani costieri si sono ritrovati a San Vincenzo (Livorno) per capire come comportarsi su una delle strategie che sta prendendo piede tra i balneari. Molti concessionari, infatti, stanno chiedendo alle amministrazioni il prolungamento delle concessioni in base agli investimenti fatti e da fare. Il meccanismo, di cui Il Tirreno aveva reso conto alcune settimane fa, è possibile grazie a una legge del 1993. E soprattutto – spiega il sindaco Buratti – «grazie a una circolare applicativa del ministero dei Trasporti, la 61/05 del 2010. Questa circolare dà la chance al balneare di presentare un piano di investimenti fatti, in relazione al volume di affari annuale, e chiedere più anni per la gestione dell’arenile. La concessione può essere allungata da 6 a 20 anni: decisive, in questo senso, sono le cifre che l’imprenditore presenta. Più investimenti fai, in relazione ai ricavi che vanno ovviamente documentati, più hai la possibilità di rimanere a lungo sull’arenile».
Di questa vera e propria scappatoia, che pure sembra esistere da anni, si conosce l’esistenza da poco. «In effetti – dice Buratti – a presentare domanda sulla base di questi provvedimenti amministrativi sono stati in pochi. Ma ora la conoscenza di questi meccanismi si sta diffondendo. E come amministrazioni comunali abbiamo deciso di avviare una procedura chiara e univoca, che sia cioè valida per tutti».
Lo stesso Buratti, infatti, aveva espresso perplessità per il rischio di procedure diverse da Comune a Comune. «Il che – conclude il sindaco – aumenta il rischio di contenziosi. E di eventuali pronunciamenti sfavorevoli per il balneare interessato».
Ma non è questa l’unica via di fuga dagli effetti della Bolkestein su cui stanno lavorando Comuni e stabilimenti balneari. Sono di questi giorni i provvedimenti (vedi notizia) con cui le amministrazioni spostano la linea demaniale, inglobando pezzi di spiaggia per toglierla dalla tagliola della direttiva Servizi.
fonte: Il Tirreno
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