Attualità Lazio

Gli stabilimenti balneari del Lazio non hanno più la spiaggia – FOTO

Il mare si è mangiato tutto lo spazio disponibile per piantare gli ombrelloni: 180 aziende a rischio chiusura. Le situazioni più gravi a Latina, Anzio, Fregene e Torvajanica.

È il peggiore incubo per un imprenditore balneare: svegliarsi la mattina e scoprire che la propria spiaggia non c’è più. E purtroppo sta accadendo davvero: la situazione più grave è in provincia di Latina, dove il mare si è mangiato tutta la sabbia e i titolari di circa 180 stabilimenti della provincia non hanno più lo spazio per piantare gli ombrelloni.

Il quadro è senza precedenti: la stagione estiva avrà inizio il 1° aprile, ma il mare è arrivato fino alle strutture e, come dimostra questa foto inviataci dal Sib-Confcommercio scattata sul litorale di Latina, i balneari non hanno nemmeno un metro quadro per disporre le proprie attrezzature.

Per chi vive con il mare e la spiaggia, questo scenario è spaventoso e il rischio è che decine di stabilimenti balneari non riescano ad aprire per la prossima stagione. Il problema non è infatti solo di erosione costiera: secondo le ordinanze locali, prima dell’inizio della stagione – che cade appunto il 1° aprile – i concessionari balneari non possono compiere nessuna azione sulla propria spiaggia, nemmeno attuare degli interventi di difesa dalle mareggiate come le dune protettive o i ripascimenti. In caso di violazione delle regole, la pena è la decadenza della concessione. Eppure, una disposizione così restrittiva rischia di annullare un’intera stagione turistica e di mandare sul lastrico decine di imprese e famiglie.

Anche a Sabaudia, sempre in provincia di Latina, questo scatto inviatoci da una nostra lettrice dimostra che lo stato dell’erosione è preoccupante. Le onde hanno raggiunto le strutture balneari e ha divorato quasi tutta la spiaggia:

Il dislivello in alcuni punti supera i tre metri, con i danni maggiori all’altezza dello stabilimento Maracanà e in prossimità del canale Caterattino. Anche a Sperlonga si registrano danni analoghi. Questi altri due impressionanti scatti tratti da H24:

Cambiando provincia, la situazione non è migliore a Fregene (Roma): anche qui, dopo la grave mareggiata di marzo, l’erosione costiera sta continuando a mangiarsi metri di spiaggia nella zona sud della località romana.

Ieri, a causa di un leggero moto ondoso da sud, le onde hanno continuato a erodere la sabbia finendo direttamente contro le strutture degli stabilimenti La Perla, Point Break, Tirreno, Rivetta, Capri e Nave, con l’arenile ridotto ai minimi termini. E i lavori per rinforzare l’argine sembrano addirittura avere peggiorato la situazione, visto che la sabbia ha continuato a sparire. La duna di Focene, poi, è letteralmente scomparsa, provocando l’arretramento di tutta la linea di costa.

Anche ad Anzio (Roma) gli imprenditori balneari segnalano preoccupanti problemi di erosione, come dimostra questa foto inviataci da un nostro lettore:

L’appello dei balneari di Anzio è di attuare degli interventi di ripascimento e di erosione, ma nulla di tutto ciò è stato fatto negli ultimi cinque anni. E nei giorni scorsi il mare ha raggiunto le strutture balneari, minacciandone il crollo.

Brutto il risveglio anche per i balneari di Torvajanica. Questa è la situazione attuale della zona dei pescatori, in uno scatto inviatoci da una nostra lettrice titolare di uno stabilimento balneare nei pressi della zona colpita dalla mareggiata:

Come si può notare, il mare ha portato via centinaia di metri cubi di sabbia dal litorale di Torvajanica, rendendo anche qui necessario un significativo ripascimento per ripristinare la situazione.

Davanti a queste immagini purtroppo sempre più frequenti, la conclusione resta sempre la stessa: con i cambiamenti climatici e l’innalzamento delle acque in corso, il mare continuerà a spazzare via tutto quello che si trova davanti, decretando la fine degli stabilimenti balneari. A meno che non arriveranno interventi seri, concreti ed efficaci a livello nazionale.

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