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Feste civili ripristinate, ma arriva lo scontrino

La manovra economica vuole reintrodurre l'obbligo dello scontrino fiscale per lettini e ombrelloni. Ma dove lo metteranno i bagnanti?

Le voci che hanno protestato contro l’abolizione delle feste civili sono state numerose e molto arrabbiate. Sarà per questo che il governo ha deciso di accogliere l’emendamento del Pd che si proponeva di modificare la manovra economica di Ferragosto proprio nel punto in cui veniva decisa l’eliminazione del 25 aprile, del 1° maggio e del 2 giugno, ovvero di tre festività vitali per il turismo balneare e non solo.

Dato che l’emendamento del Pd è stato approvato all’unanimità, in merito alla notizia sono arrivati pareri positivi da parte di tutti gli schieramenti politici. «Il danno derivato sarebbe stato ingente per tutto l’indotto turistico nazionale», ha commentato il salernitano dell’Udc Salvatore Gagliano, mentre la deputata riminese del Pd Elisa Marchioni ha espresso soddisfazione «per la vittoria del senso civico e per la mobilitazione di chi ha a cuore la nostra patria e il nostro turismo».

Tuttavia, gli operatori balneari non hanno fatto in tempo a tirare un sospiro di sollievo, che negli stessi giorni è arrivata un’altra brutta notizia: la stessa manovra economica si è infatti arricchita di un altro emendamento, che prevede la reintroduzione delle ricevute per gli stabilimenti balneari. Sia chiaro, le vendite dei prodotti da bar come caffé, bevande, gelati e panini dovevano già essere registrate con lo scontrino fiscale, ma lo stesso non valeva per lettini e ombrelloni. La manovra economica di Ferragosto, invece, si propone di reintrodurne l’obbligo (già esistente negli anni novanta), facendo crescere una seconda grave minaccia per gli operatori balneari già colpiti dalla direttiva Bolkestein.

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Dato che i bagnini registrano già i loro movimenti nell’apposito registro dei corrispettivi, e dato che la misura era stata tolta nel 1996 proprio per le difficoltà di applicazione (i clienti stagionali avrebbero dovuto tenersi per tutta l’estate uno scontrino da centinaia di euro), contro l’emendamento della manovra si sono alzate molteplici voci di protesta. Prima fra tutte quella di Riccardo Borgo, presidente del Sindacato Italiano Balneari, che ha diffuso un articolato intervento: «La principale preoccupazione per la nostra categoria non è sicuramente la proposta di reintroduzione dell’obbligo di rilascio dello scontrino o della ricevuta fiscale per i servizi di spiaggia, anche se di certo ci causa qualche difficoltà. Già in passato, infatti, questa norma aveva creato non pochi problemi sia tecnici che interpretativi. Tuttavia, se sarà necessario siamo disponibili a confrontarci con il governo per risolverli. A preoccuparci maggiormente, invece, è il fatto che tra tutti i problemi che coinvolgono il nostro settore il governo abbia pensato di estrapolare solo questo senza rendersi conto della necessità che essi vengano affrontati in maniera organica».

Molto più arrabbiato è invece Giorgio Mussoni, di Oasi-Confartigianato Rimini: «Vogliamo ritornare da capo, con scontrini e ricevute fiscali come negli anni Novanta? Nessun problema, salvo che non so dove se le infileranno i bagnanti in costume. Magari la novità servirà a smantellare la falsa convinzione che la nostra sia una categoria di ‘furbi’, per non dire peggio». Dello stesso avviso è infatti Danilo Piraccini, presidente della Cooperativa Bagnini di Cervia: «Attorno a noi si è formato un alone di mistero: dal punto di vista dell’evasione fiscale siamo visti un po’ come gli idraulici, e nell’immaginario collettivo il bagnino che lavora tutto il giorno all’aria aperta, circondato da belle ragazze mentre festeggia durante l’happy hour, si gode la vita e non paga le tasse. Invece, i balneari gestiscono attività non diverse dalle altre piccole imprese».

Alex Giuzio

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