Il "decreto crescita", convertito n. 179 del 18 dicembre 2012, verrà presto applicato anche dalla Regione Marche, e ciò comporterà la proroga per le concessioni demaniali adriatiche fino 2020. Questo il tema al centro del tavolo di confronto tenutosi martedì tra Regione Marche e associazioni di categoria, presso gli uffici di turismo, commercio e tutela dei consumatori siti in Palazzo Raffello.
In rappresentanza di FederBalneari Italia, il coordinatore regionale Morgan di Concetto ha espresso il percorso che la federazione ha intrapreso da Roma, e che si sta diramando lungo tutta la penisola italiana. «La Federazione nazionale dei balneari ritiene di estrema importanza l’approfondimento degli aspetti relativi alla proroga delle concessioni demaniali marittime al 2020, ma teniamo a sottolineare che tale traguardo non dovrà essere considerato dagli imprenditori turistico-balneari un punto di arrivo, ma di partenza», spiega Morgan di Concetto.
FederBalneari Italia sta infatti lavorando a una proposta che ha l’obiettivo di smuovere il comparto turistico-balneare da questa situazione di paralisi che altrimenti resterà tale fino 2020. «Il 2020 può rappresentare la data per far partire le procedure di evidenza pubblica per le aree non in concessione, mentre puntiamo a valorizzare, sin da subito, il sistema di imprese che già sono sul mercato, permettendo loro di investire e restare competitive, rinnovando la concessione per 30 anni» aggiunge il coordinatore regionale. «La proroga di altri 8 anni permette agli imprenditori balneari di prendere tempo, ma non risolve, anzi aumenta l’incertezza, che è uno stato nocivo per le attività imprenditoriali».
Altro punto trattato al tavolo di confronto riguarda invece una questione propria della Regione Marche, ovvero la richiesta di retroattività per 5 anni riguardo al pagamento dei canoni. I concessionari marchigiani, infatti, pagavano fino a oggi un canone stagionale, cioè relativo all’effettivo utilizzo del bene in concessione. Anche la Corte dei Conti si è pronunciata positivamente sulla questione, e presto patiranno i ricorsi da parte degli operatori turistico balneari.
Infine la Regione Marche, confermando la disponibilità e il massimo sostegno a tutte le rappresentanze balneari presenti, si è espressa anche sulla regolarizzazione degli orari di apertura e chiusura delle attività balneari, disciplina che dovrà essere rivisitata in quanto l’art. 34 del decreto sviluppo del 2011 entra in contrasto con la legge comunitaria del 2010, la quale invece prevede la liberalizzazione degli orari per le attività turistico balneari.
Da Roma, intanto, arriva un messaggio da parte del presidente nazionale di FederBalneari Renato Papagni alle altre sigle di rappresentanza balneare: Papagni è sempre più convinto che, in previsione del prossimo governo, i balneari potranno ottenere risultati solo se si presenteranno uniti, anche se con idee differenti, ma con lo stesso obiettivo.
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