di Emiliano Favilla*
Animati con spirito unitario e costruttivo i balneari, anche se a malavoglia per com’era stata programmata quest’iniziativa, sono confluiti a Roma da tutt’Italia sopportando ennesimi sacrifici per partecipare alla manifestazione di ieri indetta dai quattro sindacati dei balneari. Speravano, e con i balneari anche noi dei comitati, di poter ricevere dai sindacati di categoria risposte chiare sul da farsi.
Negli interventi iniziali dei quattro sindacalisti nazionali si avvertivono già le solite ambiguità (un po’ più di decenza la dobbiamo riconoscere nell’intervento di Tomei – differenza, quella di Tomei della Cna, poi annullata nella mozione unitaria conclusiva letta da Borgo). La delusione totale i balneari l’hanno avuta proprio alla conclusione, quando Borgo, a nome di tutti gli altri presidenti nazionali dei sindacati (Lardinelli, Licordari e Tomei), ha letto la mozione conclusiva del convegno.
La stragrande maggioranza dei rappresentanti delle istituzioni, dai parlamentari, agli assessori regionali, ai presidenti delle Province, ai sindaci presenti a partire da Alemanno e Lunardini, hanno usato parole di sostegno alla causa dei balneari “pronunciando in modo chiaro la necessità della deroga alla Direttiva Servizi della Comunità Europea, per bloccare le aste”. Tutti i rappresentanti delle istituzioni hanno compreso e sostenuto che c’è urgenza di intervenire per bloccare lo sfascio del turismo balneare, cosa che tutti riconoscono che possa accadere, nel caso in cui quella Direttiva Europea “Bolkestein” fosse applicata senza quelle modifiche possibili, se il Governo Italiano intervenisse in Ue per sostenere la specificità delle piccole imprese familiari balneari che hanno rappresentato un fattore importante per l’economia del nostro paese.
A fronte di tutti questi riconoscimenti istituzionali e della stessa volontà della base presente nella sala del palazzo dei congressi, che continuamente ha scandito la parola “deroga”, i sindacati hanno concluso con una mozione vergognosa in cui non si diceva in modo chiaro quale obiettivo da sostenere e quali iniziativa di lotta per portarlo avanti. Solo un generico impegno: “Ne riparliamo a metà mese di giugno per fare il punto della situazione”. Tutto questo mentre si moltiplicano le voci che i ministri Piero Gnudi ed Enzo Moavero Milanesi stiano scrivendo il decreto per l’assegnazione delle concessioni in scadenza al 31 dicembre 2015 tramite evidenze pubbliche.
L’amarezza più grande che circolava tra i balneari era la constatazione che con questi sindacati (pagati dai balneari stessi) si va poco lontano e sarà molto difficile arrivare a una positiva conclusione. Sarà ed è paradossale, ma tra i problemi che i balneari si trovano in mezzo alle gambe ci sono proprio anche questi vertici nazionali dei sindacati. Su tutto questo credo che nei prossimi giorni i balneari dovranno riflettere seriamente. O si riesce veramente a farli marciare, una volta per tutte, di corsa e senza tregua come la base chiede e come tutti quelli di buon senso dicono da tempo (e ieri lo abbiamo sentito chiaramente anche dai rappresentanti politici e istituzionali che sono intervenuti alla manifestazione dell’Eur a Roma); o altrimenti non c’è altra soluzione alla sconfitta. Possibile che i più riottosi a muoversi siano proprio i sindacalisti nazionali?
*Presidente del Comitato Salvataggio Imprese e Turismo
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