di Alex Giuzio
Vasco Errani ha preso posizione a fianco dei balneari, ma non crede nella deroga chiesta dai sindacati. «Sulle spiagge serve una legge quadro nazionale che, fra le altre cose, contratti con l’Europa anche la lunghezza delle concessioni demaniali», ha detto ieri il presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni. La posizione di Errani è molto importante, e un suo sostegno ufficiale può dare un grande contributo alla battaglia dei balneari, che stanno combattendo contro le evidenze pubbliche delle concessioni demaniali imposte dalla direttiva Bolkestein.
Se un atto concreto da parte del governatore non è ancora arrivato (l’estensione delle concessioni a 90 anni, poi ridotte a 20, è stata cassata dalla Corte costituzionale), le parole di Errani – pronunciate ieri durante la sessione comunitaria del consiglio regionale – non sono dispiaciute alla categoria: «Bisogna contrattare sulle varie misure – ha detto – tra cui la lunghezza delle concessioni. Occorre insomma una legge quadro nazionale da cui far derivare le leggi regionali, altrimenti possiamo fare assemblee e promesse, ma a subire il colpo saranno il sistema balneare e il turismo italiani. Del resto, il governo si è impegnato a essere a posto, dal punto di vista legislativo, entro il 2014: diversamente arriveranno sanzioni pesanti per il Paese e per gli operatori».
Il governatore ha poi esteso il suo discorso sul tema degli investimenti, i quali «potrebbero dare il via a una politica europea sul turismo: è stata una battaglia dell’Emilia-Romagna per anni». Rispetto alle idee del Parlamento europeo, Errani ha solo suggerito qualche modifica: «Il marchio Ue non basta: è necessario che il turismo entri nel sistema complessivo delle politiche europee. Servono politiche di compatibilità, che investano sulle imprese non in forma promozionale ma in forma strutturale. La promozione europea sul turismo non serve a nulla, bisogna piuttosto combattere la stretta creditizia e fare investimenti sulle infrastrutture e sulle rete, aiutando la competizione locale. E lo stesso vale anche per la balneazione».
Anche se Errani non ha preso in considerazione la deroga, Cna Balneatori ha accolto con piacere il discorso del governatore. Questo il commento di Nevio Salimbeni, responsabile della provincia di Ravenna: «Abbiamo molto apprezzato le dichiarazioni di Vasco Errani, che ha chiaramente ribadito come sia importante e decisivo oggi il ruolo delle imprese balneari per tutto il turismo italiano. In attesa di una risposta chiara e definitiva del governo sulla possibilità o meno di contrattare una deroga alla Bolkestein o una nuova direttiva in Europa, non si può certo rimanere con le mani in mano. Per questo è molto opportuna e tempestiva la richiesta del presidente Errani di mettere in campo con urgenza una legge quadro nazionale che, intervenendo sul riconoscimento pieno degli investimenti e sulla lunghezza delle concessioni, intanto stenda una rete di protezione sulle imprese balneari esistenti, consentendo ad ogni singola struttura di lavorare con maggiore tranquillità e ragionare meglio sul proprio futuro. Evitando una sorta di sterilizzazione degli investimenti e dell’innovazione in spiaggia: un’ipotesi che metterebbe in crisi l’intera economia turistica. Seguendo il ragionamento di Errani, diventa sempre più urgente l’apertura di un tavolo tra Governo, Regioni, Anci e sindacati balneari che affronti i temi posti all’ordine del giorno e non attenda la fatidica data del 2015 per prendere le decisioni di tutela e valorizzazione del balneare che invece vanno prese al più presto. È giusto anche il richiamo di Errani sulla necessità di politiche europee per il turismo, fino ad oggi praticamente inesistenti. L’Europa deve cominciare a ragionare di più come entità territoriale comune e come principale attrattore turistico mondiale. In questo quadro sono centrali i grandi investimenti infrastrutturali e quelli collegati al credito che non possono più essere gestiti poco saggiamente Stato per Stato o, peggio ancora, località per località o struttura per struttura, ma devono essere indirizzati chiaramente per collegare e integrare i grandi bacini turistici europei – di cui la Riviera Adriatica dell’Emilia Romagna è uno dei principali – e consentire anche una sorta di rivoluzione ecologica e funzionale dei distretti turistici grazie alla ristrutturazione completa di intere aree che vanno aiutate a ripensarsi. Questo significa maggiori investimenti su trasporti, infrastrutture, reti tecnologiche, qualità ricettiva e politiche che spingano le certificazioni di qualità. Anche questi sono temi oggi purtroppo ampiamente sottovalutati».
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