Attualità

‘Da Nomisma il primo reale valore delle nostre spiagge’

Danilo Piraccini spiega il motivo che ha portato le Cooperative Bagnini di Cervia e Cesenatico a commissionare lo studio: 'Ora il governo ha un primo strumento concreto per difendere le nostre peculiarità'

di Alex Giuzio

È stato presentato giovedì a Bologna lo studio “Il valore della spiaggia”, commissionato a Nomisma dalle Cooperative Bagnini di Cervia e Cesenatico per avere un’analisi concreta del rilievo economico degli stabilimenti balneari (vedi notizia precedente). «Il nostro scopo – spiega Danilo Piraccini, presidente della Cooperativa Bagnini Cervia – era quello di avere una base concreta che dimostri il reale valore delle nostre imprese. In questi anni di dibattito sulla direttiva Bolkestein, per difenderci abbiamo utilizzato solo delle stime approssimative. Con questo atto abbiamo invece voluto iniziare ad avere una statistica concreta e accreditata, da portare ai politici che ci dovranno sostenere».

In attesa di poter pubblicare e commentare lo studio – che verrà divulgato nei prossimi giorni – abbiamo posto qualche domanda a Danilo Piraccini sugli scopi che hanno portato a realizzarlo, e anche su alcuni interventi pronunciati nel corso della presentazione, che hanno scatenato qualche perplessità.

Presidente Piraccini, come è stato effettuato lo studio di Nomisma?

«L’istituto si è basato sul modello degli stabilimenti balneari di Cervia e Cesenatico, analizzati a tappeto, e prendendo qualche ulteriore campione dalle altre spiagge romagnole, in modo da avere uno spettro più ampio. L’obiettivo delle Cooperative Bagnini di Cervia e Cesenatico, che hanno commissionato questo lavoro, era di avere una rappresentazione della nostra realtà certificata da una società riconosciuta. Ci siamo accorti che, nel dibattito sulla direttiva Bolkestein che va avanti da cinque anni, si parla dei nostri stabilimenti balneari senza mai entrare nel dettaglio del loro valore economico, ma solo utilizzando delle stime molto approssimative. Per questo abbiamo deciso di avvalerci di uno studio tecnico e qualificato».

Quali sono stati i dati presi in considerazione dallo studio?

«Siamo partiti dai dati relativi alle presenze turistiche, censiti dalle amministrazioni comunali e dall’Istat. Naturalmente questi si riferiscono a chi trascorre almeno una notte di soggiorno, perciò abbiamo dovuto raddoppiare tali numeri, in modo da contare anche i vacanzieri ‘mordi e fuggi’. In questo modo siamo arrivati a contare circa 7 milioni di presenze tra Cervia e Cesenatico, nella sola stagione balneare 2013 (NdRper una spesa turistica di 744 milioni di euro, vedi Ansa)».

«C’è poi tutto lo studio sul valore economico delle imprese balneari, che richiedeva una banca dati molto aggiornata. Quando Nomisma ha chiesto alcune statistiche alla Cooperativa Bagnini di Cervia, non pensava di trovarsi in mano una raccolta informatica così dettagliata. In realtà – lo dico con una punta di soddisfazione – quattro anni fa abbiamo cominciato a censire con minuzia tutte le informazioni che era possibile raccogliere sui nostri 200 stabilimenti balneari: numero di ombrelloni, listini prezzi, provenienza dei clienti, tipo di società d’impresa e storicità, unità lavorative impiegate, percentuale di stabilimenti in affitto, eccetera. Tutto ciò è servito a fare da modello nella successiva raccolta ed elaborazione di statistiche, che ha richiesto oltre un anno di lavoro per Nomisma. A giorni uscirà finalmente il risultato».

Nel frattempo, ci può fornire qualche anticipazione su come verrà utilizzato?

«Si è trattato di un lavoro molto complesso, che ci ha portato a definire il reale Pil prodotto dalla spiaggia. Altrimenti avremmo continuato a sentir parlare di 30 mila imprese balneari a rischio, un dato che continua a rimbalzare tra tutti i media, ma senza che nessuno le abbia mai censite davvero. Lo studio di Nomisma è invece il primo realizzato con un approccio scientifico e con dati verificati. Ora possiamo cominciare a descrivere con certezza la nostra realtà, e i sindacati e i politici possono andare a interloquire in Unione europea con dei numeri riconosciuti».

«Abbiamo già presentato lo studio a Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai rapporti Ue, perché ci interessava fornire alla politica un dato concreto sugli stabilimenti balneari, in vista del semestre di presidenza italiano durante il quale, con tutta probabilità, si andrà a discutere della minaccia di evidenze pubbliche che incombe sulle nostre aziende. Il sottosegretario ha molto apprezzato lo studio, poiché da esso emerge davvero la peculiarità delle imprese balneari italiane (in questo caso romagnole)».

Lo stesso Gozi, nel corso della conferenza di presentazione, ha però pronunciato un intervento che ha suscitato qualche critica…

«Il negoziato tra Bruxelles e il governo Renzi sulle concessioni demaniali è ormai imminente, e ci interessava sapere l’approccio di Gozi, che avrà un ruolo di primo piano sulla questione. Il sottosegretario ritiene che non si potranno evitare le evidenze pubbliche, perché ormai lo status normativo è questo e non si può cambiare, ma intende andare a Bruxelles per far partire un negoziato che riesca a ottenere il massimo delle garanzie possibili per le imprese balneari esistenti da oltre un secolo. Un negoziato, ha detto Gozi, serve a raggiungere un punto di incontro tra le due parti, perciò non si potrà che partire dalle evidenze pubbliche. Si tratta di un pugno in un occhio per gli imprenditori balneari, che da anni lottano per essere esclusi dalla direttiva Bolkestein. Ma anche se ci hanno tolto il nostro diritto di insistenza, non potranno mai toglierci il nostro diritto di esistenza: le nostre imprese devono continuare a esistere. Abbiamo contratto dei debiti per ottenere dei finanziamenti, coperti da garanzie su beni immobili come le nostre case. Se la politica non si mette in testa che questo grave problema è il punto di partenza, non si va da nessuna parte».

Adesso che cosa si aspetta?

«Paolo Lavaggi, direttore generale della Commissione europea al mercato interno e ai servizi, che si occupa direttamente di concessioni demaniali, è intervenuto in videoconferenza e ha ribadito che a Bruxelles nessun rappresentante del governo italiano si è mai presentato per instaurare una trattativa sulla questione. Finora si sono visti solo i sindacati, le associazioni e i comitati. Sembra che Gozi abbia finalmente intenzione di recarsi in Ue. Noi, nel frattempo, abbiamo realizzato uno studio conoscitivo che volevamo assolutamente mettere a disposizione della trattativa. Non siamo un sindacato che fa tessere, non abbiamo intenzioni corporative, siamo 300 stabilimenti balneari tra Cervia e Cesenatico e tali rimarremo. Ma vogliamo che questa storia finisca, e questo ci sembrava un importante contributo».

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