Si apre oggi la prima udienza dibattimentale in Corte di giustizia europea in merito alla validità della proroga delle concessioni balneari italiane al 31 dicembre 2020.
«La Corte di giustizia europea – spiega il responsabile nazionale di Cna Balneatori, Cristiano Tomei – sarà chiamata a decidere su tre quesiti, di carattere pregiudiziale, posti dai Tribunali amministrativi regionali di Lombardia e Sardegna: oltre a quello sul rapporto tra direttiva Servizi e Concessioni, anche quelli riguardanti la natura o meno di "beni rari" delle stesse concessioni demaniali e la proroga della durata delle concessioni demaniali. Ovvero, se costituiscano una restrizione alla "libertà di stabilimento"».
In particolare, la Corte Ue è stata chiamata dai Tar di Lombardia e Sardegna, in due diverse sentenze, a decidere se la proroga è compatibile con la direttiva Bolkestein: oggi la corte deciderà se unificare i due procedimenti ed entro 4-7 mesi arriverà la pronuncia definitiva che deciderà se le concessioni balneari saranno valide fino al 31 dicembre 2020 o se, al contrario, vale la precedente scadenza del 2015.
Cna Balneatori sarà presente nel dibattimento con i propri legali, per sostenere le seguenti tesi:
- che non vi è inerenza della direttiva Servizi con le concessioni demaniali marittime, da considerare beni;
- che proprio tali beni non vanno considerati come “limitati”;
- che la proroga al 2020 non costituisce lesione della “libertà di stabilimento”.
«Andiamo a questo decisivo confronto – afferma Tomei – con ottimi motivi per ritenere che alla fine la spunteremo. La nostra linea vuole uscire da una sorta di referendum sulla semplice proroga, per investire invece la sostanza del problema: ovvero, la natura giuridica stessa delle concessioni. Concessioni che, per poter favorire investimenti da parte delle imprese, hanno bisogno di certezze per quel che concerne la loro durata, che non va più limitata».
A questo proposito, il sindacato ha aperto una nuova sottoscrizione per sostenere le spese degli avvocati Roberto Righi ed Ettore Nesi, incaricati da Cna Balenatori per difendere le ragioni del comparto balneare italiano nel procedimento aperto in Corte Ue. L’iniziativa, sottolinea Tomei, «sostiene le ragioni e gli interessi di tutti i balneari d’Italia, quindi a tutti loro, indipendentemente dall’appartenenza sindacale, chiediamo di contribuire generosamente e rapidamente alla sottoscrizione, per evitare il rischio, sempre elevato, di perdere le nostre imprese e il nostro futuro». Per maggiori informazioni su come contribuire alla sottoscrizione, è sufficiente cliccare qui.
Aggiunge Tomei: «Abbiamo lavorato notte e giorno sulla nostra documentazione e abbiamo ottime speranze di riuscire a sostenere positivamente le nostre tesi in Corte di giustizia europea. Puntiamo alla definitiva risoluzione della questione balneare italiana per dimostrare che le concessioni balneari non hanno nulla a che vedere con la direttiva Servizi».
Secondo Cna Balneatori, dato che la politica sembra non voler risolvere l’urgente questione balneare, la via giuridica è l’unica possibilità rimasta. A questo proposito, Tomei ha anche ricordato, nel corso del direttivo nazionale tenutosi lo scorso giovedì a Roma, che «sono troppo elevati i rischi di un’iniziativa normativa finalizzata ad anticipare la sentenza della Corte di giustizia europea attraverso il ricorso a strumenti inadeguati e pericolosi, quali sdemanializzazione, atti formali, ridefinizione della linea di costa (di cui i balneari parlano molto in questi giorni di agitazione, NdR). Tali strumenti, nelle loro attuali potenzialità, non risolvono la questione balneare, mentre comportano elevati margini di rischio, dal momento che è venuto meno il “diritto di insistenza” nei confronti del vecchio concessionario; il che apre pericolosamente alle procedure di gara».
Per quanto riguarda le posizioni di Cna Balneatori riepilogate nel corso del direttivo nazionale, si rimanda alla sintesi del Comitato Balneari Liguria.
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