I balneari sembravano destinati a perderle, e invece le potranno tenere per 90 anni: a tanto sono state prolungate le concessioni demaniali, tramite un decreto sviluppo varato questa mattina dal Ministero del Tesoro. "Per incrementare l’efficienza del sistema turistico italiano, riqualificando e rilanciando l’offerta turistica, fermo restando, in assoluto, il diritto libero e gratuito di accesso e fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione, è introdotto un diritto di superficie avente durata di novanta anni": la motivazione del decreto è più chiara che mai, se non fosse che la misura va contro la discussa direttiva Bolkestein, che prevedeva la messa all’asta delle concessioni demaniali nel 2015.
Ma non sarà così secondo il governo italiano, per il quale il diritto di superficie esteso a 90 anni "si costituisce sulle aree inedificate formate da arenili, con esclusione in ogni caso delle spiagge e delle scogliere. Sulle aree già occupate da edificazioni esistenti, aventi qualunque destinazione d’uso in atto alla data di entrata in vigore del presente articolo, ancorché realizzate su spiaggia, arenile ovvero scogliera, salvo che le relative aree non risultino già di proprietà privata, le edificazioni possono essere mantenute esclusivamente in regime di diritto di superficie. La delimitazione dei soli arenili, per le aree inedificate, nonché la delimitazione delle aree già occupate da edificazioni esistenti, realizzate su terreni non già di proprietà privata, è effettuata, su iniziativa dei Comuni, dalle Regioni, di intesa con l’Agenzia del demanio. Il diritto di superficie si costituisce, e successivamente si mantiene previo pagamento di un corrispettivo annuo determinato dalla Agenzia del demanio sulla base dei valori di mercato. E nel caso sia un’impresa ad acquisirlo dovrà aderire a nuovi, congrui studi di settore appositamente elaborati dalla Agenzia delle entrate e risultare regolarmente adempiente agli obblighi contributivi".
Le associazioni di categoria hanno immediatamente cantato vittoria: sembra che il governo italiano abbia ascoltato le proteste che i balneari stanno portando avanti con fermezza da molti mesi. Unico ostacolo, e non da poco, è l’Unione Europea: la Commissione ha già trasmesso la propria irritazione per la misura italiana, sulla quale vuole vederci chiaro.
Alex Giuzio
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