Attualità Emilia-Romagna

Comacchio, balneari in stato di agitazione per il salvataggio

Protesta sui lidi ferraresi alle prese con l'approvazione del piano collettivo per il servizio di salvamento.

di Giuseppe Malatesta

COMACCHIO – Stato di agitazione tra i balneari dei lidi di Pomposa, Scacchi e Nazioni, alle prese con l’approvazione del piano collettivo di salvataggio per la stagione alle porte e con limitazioni che imponevano una modifica rispetto al piano 2016.

Le rimostranze fatte pervenire agli uffici comunali – a seguito della decisione di implementare il numero degli addetti previsti – si erano tradotte nelle scorse ore in una ‘minaccia’ di serrata collettiva e di una ‘alzata di voce’ sulla stampa locale, situazione che – a detta di una parte di rappresentanti – ha agevolato il dialogo e la valutazione delle deroghe proposte dai titolari riuniti in AsBalneari e fatto dunque rientrare l’allarme.

«Abbiamo analizzato il piano sicurezza e trovato un buon compromesso» ufficializza il presidente del consorzio Nicola Bocchimpani a margine dell’incontro con il dirigente comunale competente. «Per cui a Pomposa e Scacchi il numero di bagnini impiegati a coprire il litorale rimane quello di prima, mentre a Nazioni si aggiungerà un’unità in alta stagione».

La richiesta dell’ente, su applicazione della normativa regionale, era invece di due unità in più per ciascuna località. Ma la norma, che prevede criteri unici per tutto il litorale, «va normalmente in deroga in base alle caratteristiche particolari del territorio: noi abbiamo una spiaggia ridotta e stabilimenti estesi in larghezza, con poche dotazioni (ombrelloni) rispetto alle grandi località romagnole, dove a parità di tratto di spiaggia gli utenti sono il triplo».

Un problema anche imprenditoriale, spiega Bocchimpani, considerato che la spesa per gli addetti, lì dove gli stabilimenti sono maggiormente concentrati in larghezza, è suddivisa tra più tasche. «Qui i costi di gestione sono in media di 6-7 mila euro a testa, in Romagna si dimezza». Meno bagnanti nello spazio standard presidiato da un bagnino corrispondono inoltre anche ad un rischio più basso.

«Anche derogando, la sicurezza è garantita: lo dimostrano i nostri ottimi report annuali che vedono calati annegamenti e situazioni di pericolo del 90% nell’ultimo decennio. Inoltre stiamo parlando di una richiesta accettabile: a Lido Pomposa chiedevamo di mantenere un bagnino ogni 170 metri, quando il limite derogabile è 220 metri».

Secondo alcuni associati, intimare una serrata generale del reparto spiaggia è servito ad ottenere l’ascolto necessario. «L’amministrazione era informata e ci avrà messo una buona parola, d’altronde un tecnico applica la normativa e non può andare oltre». D’altronde non è il periodo giusto per creare malcontento in riviera.

fonte: Estense

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