«Ho sempre riconosciuto in Flavio Briatore un collega importante, ma questa volta sui canoni ha sbagliato in pieno». Fabrizio Lotti, titolare di uno stabilimento balneare a Piombino e vicepresidente nazionale dell’associazione di categoria Fiba-Confesercenti, non ha preso bene l’intervista che il celebre proprietario del Twiga di Forte dei Marmi ha rilasciato ieri al Corriere della Sera. «Briatore afferma che a fronte dei suoi 10 milioni di fatturato, dovrebbe pagare 500.000 euro di canone», sottolinea Lotti. «Ma come ha dimostrato un recente studio di Nomisma, gli stabilimenti balneari sono per il 97% piccole imprese familiari con un fatturato medio di 260.000 euro all’anno. Perciò seguendo la stessa proporzione di Briatore, dovrebbero avere un canone di circa 13.000 euro. Che è esattamente quanto già paghiamo».
Ma le critiche di Lotti riguardano anche il tema dell’evasione fiscale: «Quando Briatore dice che lui “non può fare un centesimo di nero perché ha tutti gli occhi addosso”, fa credere che tutti gli altri colleghi meno famosi sarebbero evasori. Invece non dovrebbe permettersi di mettere in cattiva luce migliaia di famiglie perbene».
Conclude il balneare di Piombino: «Ricordo a Briatore, ai giornalisti e all’opinione pubblica che i canoni balneari hanno una soglia minima di 3.377 euro all’anno richiesti solo dallo Stato, che diventano almeno il doppio se ci aggiungiamo le addizionali comunali e regionali. Sommati a tutte le altre elevate spese obbligatorie di cui la nostra categoria si fa carico a beneficio della collettività, a partire dal servizio di salvamento e dalla pulizia della spiaggia, mi pare una cifra più che congrua per smentire il falso luogo comune sui balneari che pagano poco e guadagnano milioni di euro».
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