di Alex Giuzio
È ufficiale: gli imprenditori balneari saranno parte in causa nell’imminente sentenza della Corte di giustizia europea, chiamata dal Tar Lombardia a pronunciarsi sulla legittimità della proroga delle concessioni demaniali al 2020. L’ufficio di presidenza nazionale di Cna Balneatori, riunitosi ieri pomeriggio in diretta streaming, ha incaricato l’avvocato Ettore Nesi di presentare un atto di resistenza giuridica per tutelarsi dalla pericolosa minaccia. Un risultato reso possibile dalla raccolta fondi che Cna Balneatori ha organizzato tra gli imprenditori balneari, raggiungendo in pochi giorni la cifra sufficiente per procedere con l’iniziativa legale.
«Si tratta di un risultato nuovo e importante – commenta Cristiano Tomei, coordinatore nazionale Cna Balneatori – per legittimare la proroga delle concessioni demaniali al 31 dicembre 2020, conquistata con tanta fatica, e tutelare 30 mila imprese balneari». In seguito alla sentenza su una concessione lacustre, il Tar Lombardia ha chiamato la Corte di giustizia Ue a pronunciarsi sulla compatibilità della proroga con la disciplina comunitaria (vedi notizia). Cna Balneatori ha dunque intrapreso un’iniziativa legale di difesa, coinvolgendo gli altri sindacati di categoria, per portare il parere degli imprenditori balneari in questo contenzioso che minaccia la validità delle concessioni e rischia di farle diventare oggetto di una nuova procedura di infrazione.
«Ora attendiamo che anche il governo italiano ci convochi – continua Tomei – per proseguire il tavolo tecnico di trattativa sull’urgente riforma delle concessioni balneari. Abbiamo chiesto un periodo transitorio di 30 anni, ma senza rinunciare alla corretta applicazione della cosiddetta Direttiva Bolkestein, che esclude le evidenze pubbliche per le concessioni demaniali marittime a uso turistico-ricreativo. Stiamo ancora attendendo risposte».
Ma le iniziative legali delle associazioni balneari non finiscono qui: oltre alla raccolta di firme già avviata, da presentare al premier Matteo Renzi, «nei prossimi giorni – conclude Tomei – apriremo una nuova sottoscrizione per la redazione di un libro bianco sugli stabilimenti balneari italiani: con questo intendiamo realizzare il primo studio di riferimento sulle imprese che insistono sui litorali della nostra penisola, in modo da dimostrare nero su bianco il loro enorme valore davanti allo Stato italiano e all’Unione europea, e ottenere la sacrosanta esclusione dalle evidenze pubbliche».
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