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Balneari ed elezioni / Fratelli d’Italia: ”Spiagge fuori dalla Bolkestein”

Ha inizio al nostro speciale che nei prossimi giorni esaminerà tutte le proposte dei partiti per risolvere la vicenda delle concessioni balneari. Si parte con il partito di Giorgia Meloni.

Le spiagge vanno escluse dalla direttiva Bolkestein e gli stabilimenti balneari già esistenti non devono essere mandati all’evidenza pubblica. Questa la posizione di Fratelli d’Italia in merito alla “questione balneare”, inserita nel “Patto per il turismo 2018” in cui il partito di Giorgia Meloni propone in otto punti le sue idee per uno dei comparti economici più importanti in Italia. Sottoscritto alla recente BIT di Milano (vedi notizia), il manifesto promette la «difesa del lavoro italiano» attraverso «l’esclusione delle imprese balneari dalla direttiva Bolkestein, garantendo la continuità d’impresa e il rilancio degli investimenti».

Fratelli d’Italia, con cui apriamo lo “speciale elezioni” di Mondo Balneare che nei prossimi giorni esaminerà le posizioni di tutti i partiti in corsa per il voto del 4 marzo, non ha potuto partecipare al dibattito politico che abbiamo organizzato lo scorso venerdì a Ravenna, ma uno dei suoi principali esponenti – l’ex europarlamentare Carlo Fidanza – ci ha inviato questo video in cui illustra in dieci minuti le idee del suo partito in merito alla complessa vicenda delle concessioni balneari, da anni in attesa di una riforma che definisca le prospettive oltre al 31 dicembre 2020 (data di scadenza degli attuali titoli a causa del recepimento della direttiva europea Bolkestein sulla liberalizzazione dei servizi).

Indossando un’esplicita felpa rossa con la scritta “No alle aste”, Fidanza esprime la sua intenzione di «andare nel parlamento italiano per difendere le ragioni degli attuali imprenditori balneari, proprio come ho fatto nei miei anni da europarlamentare. Sono infatti sempre stato attento a questa causa poiché sono cresciuto “a pane e sabbia” nello stabilimento di mio padre a San Benedetto del Tronto e so che la vita dei balneari non è quella degli evasori e dei privilegiati che viene dipinta dai media mainstream».

«Un patrimonio di migliaia di aziende familiari, con i loro sacrifici e i loro investimenti – prosegue Fidanza – ha rischiato di essere messo alla mercé dei poteri forti, delle multinazionali, dei grandi gruppi cooperativi e della malavita. Gli appetiti sono evidenti e se lo diciamo non è per propaganda, ma perché abbiamo il dovere di difendere gli attuali imprenditori».

«Il disegno di legge “ammazzabalneari” per fortuna è decaduto grazie all’opposizione di tutto il centrodestra compatto», rivendica Fidanza. «Si trattava di una proposta forzata e pericolosa perché dava una delega in bianco al governo, togliendo al parlamento la possibilità di gestire i successivi passaggi attuativi. E soprattutto, conteneva alcune falsità come i “paletti” del valore commerciale e della professionalità, che non avrebbero mai incontrato l’approvazione della Commissione europea».

«Subito dopo avere affossato il testo – ricorda il candidato di Fratelli d’Italia – abbiamo organizzato una conferenza stampa a Roma con tutti gli esponenti più importanti del centrodestra e abbiamo promesso solennemente che, con noi al governo, non ci saranno provvedimenti per espropriare i balneari delle loro aziende e che torneremo in Europa per sostenere che la direttiva Bolkestein va applicata in modo diverso: le spiagge sono beni e non servizi, peraltro non sono nemmeno una risorsa scarsa e dunque le concessioni già in essere non devono essere messe all’evidenza pubblica, in virtù del principio del legittimo affidamento».

Sulla vicenda delle concessioni balneari «bisogna avere un sussulto d’orgoglio», tuona Fidanza. «Molti paesi europei hanno battuto i pugni sul tavolo e hanno trattato per escludere comparti fondamentali per le loro economie nazionali; inoltre Spagna e Portogallo hanno garantito lunghe concessioni ai loro balneari e non si capisce perché non lo possa fare anche l’Italia. Uno dei nostri progetti è inserire in costituzione una “clausola di sovranità” analoga a quella della Germania, dove le norme nazionali prevalgono sulle direttive europee se queste ultime contrastano gli interessi del paese. Se anche noi avessimo una legge del genere, le follie come la Bolkestein non avrebbero mai avuto seguito».

In definitiva, conclude Fidanza nel suo videointervento, «abbiamo intenzione di varare una proroga di almeno 30 anni per i balneari – e non un periodo transitorio, che implica le gare – al fine di avere il tempo necessario per rimettere mano alla materia ed escludere del tutto le spiagge dalla direttiva Bolkestein, lavorando anche alla sdemanializzazione su cui siamo sempre stati a favore, al riordino dei canoni per risolvere la situazione dei pertinenziali che scandalosamente non è stata risolta dalla maggioranza uscente, e a un grande piano di contrasto all’erosione costiera».

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