Negli ultimi mesi Cna Balneatori ha intrapreso alcune iniziative autonome rispetto all’azione sindacale unitaria che tradizionalmente ha caratterizzato la trattativa sulla riforma delle concessioni balneari. Perché avete imboccato questa strada e perché questo ha attirato le critiche delle altre sigle? (si veda l’intervista a Riccardo Borgo pubblicata oggi)
Ci siamo resi conto che il tempo a disposizione per le attuali imprese balneari rischia di terminare e che possano essere dissolte senza più il diritto a esistere. Pertanto abbiamo predisposto, nell’ordine, due interventi giuridici in Corte di giustizia europea – il primo non in esclusiva – per tutelarci dalla sentenza sulla validità della proroga al 2020 delle concessioni balneari; e il ‘Memorandum Nesi’ per avere una ricostruzione giuridica che irrobustisce e conferma le istanze presenti nella piattaforma sindacale approvata lo scorso ottobre a Rimini. Abbiamo inoltre avuto un incontro con il coordinatore nazionale del turismo per le Regioni Giovanni Lolli (vicepresidente della Regione Abruzzo), a cui abbiamo consegnato la piattaforma sindacale di Rimini e il Memorandum Nesi; e subito dopo sono arrivati i positivi documenti delle commissioni congiunte al turismo e al demanio delle Regioni e della Conferenza delle Regioni, che hanno confermato le istanze dei sindacati balneari. Durante la nostra assemblea nazionale a Ravenna abbiamo poi aggiunto ai quattro punti della piattaforma sindacale la necessità di individuare soluzioni giuridiche e di mettere in campo una lotta sindacale che porti a evitare le aste e le evidenze pubbliche per le concessioni balneari, che per Cna Balneatori non sono inevitabili. Lo scorso 28 maggio abbiamo incontrato il sottosegretario Gozi, informandolo sul nostro percorso in Europa, e in piena sintonia con il governo italiano abbiamo intrapreso il 24 giugno una prima missione in Unione europea con alcuni europarlamentari e la rappresentanza italiana a Bruxelles, e il 15 luglio una seconda missione con la Commissione europea al fine di sostenere la validità della proroga al 2020 (sulla quale nel frattempo è intervenuta anche l’Avvocatura di stato) e la necessità di un adeguato periodo transitorio per le attuali concessioni nell’ambito della proposta di riforma definita "del doppio binario". Infine, in piena sinergia con la rappresentanza italiana a Bruxelles, abbiamo predisposto uno studio economico sulle attuali imprese balneari italiane esaminando più di 5000 stabilimenti, che consegneremo al governo italiano e alla Commissione europea. Tutto questo al fine di sostenere e certificare l’unicità nel panorama europeo del sistema balneare attrezzato italiano.
Ho riepilogato il nostro recente percorso per precisare che Cna Balneatori non ha rotto nessuna unitarietà sindacale; anzi riteniamo che l’unitarietà sia un valore importante, ma naturalmente a condizione che:
- tutti lavorino su un’azione sindacale continua, costante e incessante;
- si ricerchino senza sosta soluzioni giuridiche alternative all’interpretazione negativa della direttiva Servizi, come per esempio le ipotesi normative possibili contenute nella neo direttiva Concessioni;
- si lotti anche durante il periodo transitorio per evitare le aste e le evidenze pubbliche per le attuali trentamila imprese balneari, così come fatto da Spagna e Portogallo.
Quindi vi siete trovati in disaccordo con gli altri sindacati in merito a questi ultimi tre punti?
Io non giudico mai il lavoro delle altre sigle, ma solo il sindacato che rappresento. Come coordinatore nazionale di Cna Balneatori, per primo sono sottoposto al giudizio dei miei iscritti per quanto riguarda il lavoro di tutela che Cna deve svolgere per affermare il diritto a esistere delle imprese balneari associate e di tutte le altre imprese. Tutto ciò che abbiamo fin qui messo in campo – e che posso garantire continueremo a fare con altrettanta misura nei mesi futuri – è condiviso prima in ufficio di presidenza, poi in consiglio direttivo e infine in assemblea nazionale. Inoltre, trattandosi di temi di carattere politico-istituzionale, prestiamo particolare attenzione a tenere sempre informati il governo, i parlamentari, gli europarlamentari, le Regioni e la rappresentanza italiana a Bruxelles su tutti i nostri passaggi, nella nostra legittima autonomia sindacale.
A inizio ottobre avrà luogo il Sun di Rimini, dove tradizionalmente si tiene la grande assemblea unitaria di tutte le sigle balneari. Cosa succederà quest’anno, con una tale situazione?
Per il momento sul Sun non sono stato contattato da nessuno. Ma da parte mia c’è la piena disponibilità a confrontarsi, perché l’unitarietà è un fatto assolutamente fondamentale. D’altronde, è altrettanto vero che non è sufficiente presentarsi ai confronti istituzionali con governo e Commissione europea con un solo documento che, per quanto ben fatto e importante, è stato approvato ormai un anno fa, senza aggiungervi ulteriori materiali giuridici e aggiornamenti economico-sindacali, che sono irrinunciabili per reggere il livello di un negoziato con le massime istituzioni italiane ed europee. Parlando solo del lavoro che sta svolgendo Cna Balneatori, posso dire che quanto da noi prodotto finora è stato importante per procedere nel negoziato col governo, ed è con questa intensità che intendiamo andare avanti, magari possibilmente ritrovando l’unitarietà sindacale ricordando l’importante slogan: no alle aste, no alle evidenze pubbliche.
intervista a cura di Alex Giuzio
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