Sicurezza

Bagnini di salvataggio addio: arriva l’IA a sorvegliare le spiagge

Accade in Giappone, dove è stato introdotto un sistema di intelligenza artificiale per la sicurezza dei turisti che fanno il bagno

In Giappone il futuro è già realtà: a sorvegliare sulla sicurezza dei turisti che fanno il bagno non c’è più un essere umano in carne e ossa, bensì un sistema basato sull’intelligenza artificiale. Se in Italia le divise rosse sono ancora una presenza imprescindibile, in Asia si è andati oltre: lungo le affollate spiagge che si affacciano sul Pacifico, dove centinaia di migliaia di persone in questi giorni di calura si sono affollate per trovare ristoro, ci pensa la tecnologia a monitorare sulla vita dei bagnanti.

La novità, riportata dalla testata Mainichi Shimbun, riguarda la prefettura di Kanagawa, situata a sud di Tokyo. In sostanza, le autorità locali hanno introdotto un sistema di sorveglianza basato sull’intelligenza artificiale che individua le pericolose correnti di risacca o “rip current” – responsabili del 60% dei decessi per annegamento – e invia automaticamente avvisi di pericolo ai turisti e agli operatori di sicurezza.

Il sistema è stato addestrato grazie ai dati raccolti nell’arco di sei mesi davanti al litorale di Yuigahama, popolare spiaggia nella città di Kamakurada, da un gruppo congiunto di esperti della Japan Lifesaving Association e della Chuo University di Tokyo. La spiaggia ha riaperto lo scorso 1° luglio dopo essere stata chiusa per due anni a causa della pandemia di coronavirus, e sta registrando un grande afflusso di turisti sia perché è una località molto apprezzata per il surf, sia perché, com’è noto, è stata un’estate più calda del solito.

Lo scenario sembra del tutto futuristico nel nostro paese, dove i bagnini di salvataggio sono ancora costretti a utilizzare attrezzature vetuste come i pattini di salvataggio anziché i droni per il salvamento in mare, già diffusi negli Stati Uniti. Invece, quella di Yuigahama non è la prima occasione in cui si è pensato di utilizzare l’IA per salvare le persone dall’annegamento: già nel 2021 a Trondheim, in Norvegia, è stata infatti condotta una sperimentazione per addestrare gli algoritmi a riconoscere e segnalare persone in difficoltà tra i flutti.

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