Il presidente dell’Associazione nazionale dei fornitori balneari italiani (Afib), Luca Marini, comunica alla categoria e presenta all’indotto le sue personali dimissioni, «seppur con grande rammarico, in guisa del non raggiugimento degli obiettivi di lotta e rivendicazione preposti dall’impresa mare del nostro paese».
Così inizia la lettera di dimissioni di Luca Marini: «Mi duole osservare la grande e specifica incopentenza politica dell’attuale e dei precedenti governi e dei principali partiti che vi aderiscono, nel non volersi assumere una più seria responsabilità del fallimento e della svendita complessiva sia del sistema turtistico nazionale che di una delle sue principali categorie (il turismo balneare), che con 30 mila imprese portano nelle casse dello Stato uno dei fondamentali gettiti e oneri demaniali non solo del nostro paese ma dell’Europa intera».
Marini ha presieduto l’Afib per oltre tre anni, ponendo le aziende fornitrici al centro e al fianco della giusta lotta balneare intuendo con anticipo la necessità di strutturare la categoria stessa in funzione della rivendicazioni e tutela delle proprie imprese e del proprio futuro.
«I balneari italiani hanno fatto la storia del turismo nazionale e promosso stili di vita italiani nel mondo – continua Marini – rappresentando i principali valori tradizionali della cultura italiana ben confezionati nell’offerta turistico-balneare stessa. Se ne deduce che se il governo non li sappia né rappresentare né difendere in seno alla Comunità europea (così come invece hanno fatto altri paesi: Portogallo, Spagna, Croazia…). Tutto ciò si allinea negativamente con la generale degradazione della preminente industria turistica nazionale: un primato così negativo e mai raggiunto dal dopoguerra, che c’è da chiedersi cosa stiano facendo a riguardo il governo e i ministeri ad esso collegati».
Una riflessione che il presidente dell’Afib porta anche nel cuore della categoria e delle sue sigle di rappresentanza sindacali, «che dovrebbero chiedersi quali sono le profonde ragioni di tale scarsa incisività di questi anni, e se non fosse il caso che il mio esempio fosse seguito da altri dirigenti stessi».
«Invito tutti i balneari d’italia – tuona il presidente uscente dell’Afib (che ritiene «sciolta» l’associazione nazionale) – a riunirisi in uno stato di agitazione permanente e tramite un’assemblea “reggente autorappresentativa” della categoria nominando un comitato di delegati a coordinare i rapporti con il governo al fine di ottenre un immediato accordo capace di tutelare la preminente categoria turistico-balneare del paese – una definitiva posizione antagonista alle attuali voci del palazzo e alle collegate intenzioni dove far allineare tutti i sindacati e in caso contrario restituire le tessere. Un affettuoso saluto alle aziende fornitrici e a tutto il popolo d’amare!», conclude Marini.
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