Il restyling degli stabilimenti balneari si anima sempre più della volontà di adeguare gli spazi alle nuove esigenze contemporanee, come emerge anche da questa proposta di rifacimento di un lido a Crotone, curata dallo studio Lombardini Beach Design. Nella tipologia balneare la transitorietà si correla intrinsecamente con l’utilizzazione stagionale delle costruzioni e l’inevitabile influenza su di esse degli agenti atmosferici. Con l’avvento del consumismo e della correlata evoluzione tecnica, tuttavia, le architetture in muratura e in cemento si sono affermate anche nell’intento di ovviare alla transitorietà sopra menzionata, ma è innegabile che quanto valeva negli anni addietro non vale più oggi e che la modernità ci stia avvertendo, sempre più chiaramente, di voler tornare a un maggiore contatto con la natura, a materiali come legno, corda e stoffe; a una precarietà che si riallaccia alle architetture effimere, scenografiche e che collaborino a enfatizzare, se possibile, il meraviglioso panorama naturale concessoci.
Fulcro di storia legata alla Magna Grecia, Crotone non può disconnettersi dai temi fondamentali che caratterizzano l’arte e la cultura greca, cioè l’uomo e la natura. In questo progetto, pertanto, si è cercato di indagare la natura alla ricerca delle sue leggi essenziali e riconducendola a una espressione architettonica in cui le forme naturali, percepite come perfette, vengono tradotte attraverso la geometria attenendosi ai suoi principi di proporzione e simmetria.
Si è cercato di far tornare il mare protagonista sviluppando il complesso a forma di emiciclo e accorpando le cabine sui lati in una configurazione più moderna. In questo modo, infatti, non solo si è incrementata la disponibilità dello stabilimento, ma si è anche aperto lo spazio centrale verso un panorama marino il cui unico confine è l’orizzonte.
La fascia parallela al mare, posta a ridosso dell’ingresso, è stata rielaborata in modo da accentuare notevolmente la presenza di piante autoctone e ripristinare così un possibile paesaggio originario, cautamente disciplinato solo per introdurre salottini e comode zone relax da cui il bagnante può ristorarsi all’ombra della vegetazione, beneficiando di intriganti scorci sul mare, a un passo da un nuovo piccolo chiosco/reception da un lato – antistante all’ingresso – e dalla zona bar/ristorante dall’altro. Quest’ultima è stata alloggiata sotto un grande pergolato che nella sua continuazione diventa un porticato sotto il quale sedersi comodamente a mangiare con vista mare.


Tutta la fascia è posta su un rialzo che concede una migliore vista ed evidenzia morbidamente una distinzione tra la spiaggia e il giardino, nonché fra la proprietà e la spiaggia demaniale, caratterizzando così una vera e propria scenografia che conferisce una maggiore spettacolarità al panorama antistante. La piantumazione di quest’area inoltre collabora a un più naturale degradare della vegetazione retrostante all’interno della spiaggia, affrancando il paesaggio e i visitatori da cambiamenti di scenario disturbanti. L’intento è inoltre che il preciso accordo con la natura renda paradossalmente lo stabilimento diverso dagli altri e pertanto immediatamente riconoscibile.



La scelta dei materiali si è incentrata su questa connessione con il contesto naturale. Si è pertanto prediletto il legno per le strutture, le tamponature e la pavimentazione, la tela per le vele utilizzata per gli ombreggiamenti, ancorata e tesa con il sistema utilizzato nelle barche a vela, e la corda per i parapetti.

Chiaramente tutte queste riflessioni sarebbero nulle senza una forte attenzione all’ecosostenibilità, ragion per cui tutti i materiali da utilizzare sono stati pensati come riciclabili al 100%. Inoltre, al fine di abbattere significativamente i consumi, è stata consigliata la predisposizione di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica.
Particolare attenzione si ritiene poi debba essere riservata alla sicurezza e all’eliminazione di qualsivoglia ostacolo ai fini dell’accesso agli spazi messi a disposizione, ponendo tutti i vari servizi, comprese le cabine, su una pavimentazione in legno completamente in piano.
Sul lato sud, infine, è stato previsto il posizionamento di quattro bungalow in legno completamente amovibili e privi di impatto sullo stato dei luoghi, idonei a un uso stagionale, con possibilità di smontaggio nella fase invernale, che possono essere altresì facilmente riconfigurati e riadattati anche a siti diversi, e quindi “riciclati” in caso di mancato rinnovo della concessione.

In definitiva con questo progetto si è inteso creare uno spazio “altro”, lontano dalla frenesia del quotidiano, connotato dalla sempiterna eleganza della sobrietà, capace di farci dismettere i panni alienanti della routine e di farci ritrovare tutta l’energia dei nostri primordi.
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6 commenti
Mimmo says:
Mi interessa un colloquio con voi.
Luca says:
In Puglia siamo avanti, abbiamo abolito il cemento da anni
Sante says:
Ridicolo mettere strutture di legno a contatto con la salinità e l’umidità del mare , volendo potremmo usare le Malte romane che potevano resistere e tuttora resistono addirittura in acqua salata , ma sembra che ancora nessuno sia riuscito a trovarne la formula !
Matteo Tonzig says:
L’esigenza del “Target” di un’ estetica “sostenibile” è ormai diffusa..
L’ideale sarebbe trovare un compromesso tra funzionalità in rapporto ai costi di mantenimento e una “ritrovata” naturalità che appartiene all’immaginario collettivo attuale ma che spesso va declinata in maniera contestuale e contestualizzata per non perdersi nella pura forma dimenticando l’obiettivo finale in termini contenutivi..
In ogni caso ottimo lavoro allo Studio professionale di Architettura per le linee leggere e positivamente naif delle strutture e l’inclusione di materiali che vanno verso il “passato-futuro”.
Unico rischio ipotetico è che i costi di gestione vengano traslati sull’utentenza finale e che la manutenzione vanifichi nel tempo l’obiettivo di ecosostenibilità.
Cordiali,
Dr Matteo Tonzig
CELLA FABIO says:
semplicemente chiedo:
a) il prezziario di ogni punto ombra che il cliente deve pagare; il numero dei punti ombra.
b) i costi di manutenzione della struttura.
questo per gli anni 2023, 2024, 2025… non credo che questa situazione possa perdurare oltre!!!
CELLA FABIO says:
c) costo assicurativo per eventi climatici e catastrofi e l’ente assicurativo che ne ha assunto l’onere.