Attualità

A Bruxelles non si ferma il dibattito sul demanio marittimo

Il commissario europeo Barnier ha risposto a un'interrogazione avanzata lo scorso novembre da Sergio Cofferati, e l'europarlamentare Mara Bizzotto ne ha presentata una nuova per ribadire la disparità di trattamento tra Spagna e Italia

di Alex Giuzio

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A Bruxelles non si fermano le discussioni dei parlamentari europei sulla differenza di trattamento tra Spagna e Italia nella normativa sul demanio marittimo. Se il paese iberico ha recentemente proposto un prolungamento di 45 anni delle concessioni, valutato positivamente dal commissario europeo alla giustizia Viviane Reding e in attesa di approvazione dal parlamento spagnolo, nella nostra penisola è stato faticoso ottenere una proroga di 5 anni, che non ha attenuato il rischio per gli imprenditori balneari di perdere la loro azienda perché messa a evidenza pubblica, come richiederebbe la direttiva europea ai servizi detta "Bolkestein".

Lunedì il commissario europeo al mercato interno Michel Barnier ha risposto all’interrogazione dell’europarlamentare Sergio Cofferati, il quale lo scorso novembre chiedeva le ragioni di tale disparità normativa (clicca qui per leggere l’interrogazione di Cofferati).

Questa la risposta di Barnier: «Il quesito posto dall’onorevole parlamentare fa riferimento alla proposta spagnola di riforma della Ley de Costas. In base alle informazioni in possesso della Commissione, e come ha spiegato la Commissione nella sua recente risposta all’interrogazione E-10266/2012, tale periodo si riferisce all’indennizzo concesso ai legittimi proprietari di fabbricati ubicati sul litorale demaniale per la conversione dei loro diritti di proprietà in diritti di occupazione del suolo (le cosiddette “concessioni”) di durata limitata. Scopo del progetto di riforma è migliorare la tutela delle zone costiere, assicurare una maggiore certezza del diritto e generare fiducia e sicurezza per i proprietari di alloggi ubicati sulla costa e per lo sviluppo delle attività economiche. La Commissione è consapevole del fatto che diversi Stati membri regolamentano la concessione di licenze di occupazione del demanio costiero per attività private di servizi. Nella misura in cui le attività disciplinate dalla direttiva sui servizi sono contemplate anche dalla Ley de Costas, il periodo di validità della licenza dovrebbe essere tale da consentire un ritorno sugli investimenti effettuati da prestatori di servizi per l’esercizio della loro attività. Occorre altresì tener conto del fatto che le licenze concesse in applicazione della Ley de Costas non possono essere ulteriormente rinnovate. Per pronunciarsi sulla compatibilità della durata delle licenze con la legislazione unionale, la Commissione dovrà attendere che vengano adottate misure di esecuzione della Ley de Costas».

A tale risposta è seguita, il giorno successivo, una nuova interrogazione dell’europarlamentare Mara Bizzotto, che recita: «Rispondendo alla mia interrogazione E-010266/2012 (vedi notizia precedente, NdR), concernente la direttiva Servizi e l’applicabilità del progetto di legge spagnolo sulle concessioni balneari al contesto italiano, la Commissione ha precisato che l’obiettivo della Spagna nella formulazione del nuovo quadro normativo è quello di garantire la certezza del diritto dei proprietari indebolita da "ambiguità riscontrate nel vigente quadro giuridico sui fabbricati situati nella fascia costiera in Spagna". La Commissione è consapevole del fatto che la proroga delle concessioni prevista dal progetto spagnolo ha per oggetto tutte le concessioni demaniali marittime, come definite dall’art. 66 della Ley de Costas n. 22 del 28 luglio 1988, e non solo quelle accordate ai proprietari per uso di fabbricati di loro proprietà, siti in aree ritornate al demanio marittimo? Preso atto che nell’attuale quadro giuridico italiano l’attività delle aziende balneari e delle loro infrastrutture fisse è strettamente connessa alle sottostanti concessioni, la Commissione non ritiene che anche nel nostro Paese si sia creata una situazione di forte ambiguità normativa a fronte della quale l’applicazione della direttiva Servizi pregiudicherebbe la tutela del legittimo affidamento (avuto con la previgente legislazione) e la salvaguardia del diritto di proprietà delle aziende balneari che hanno realizzato nel tempo grandi investimenti basandosi su una durata ben maggiore delle concessioni? Come intende agire la Commissione per far fronte all’ambiguità normativa creatasi in Italia nel settore oggetto dell’interrogazione?» (clicca qui per leggere l’interrogazione originale).

Leggendo la risposta di Barnier, emerge la totale esclusione della questione italiana. Il commissario europeo ha chiarito la posizione del demanio marittimo spagnolo, ma eludendo la domanda di Cofferati che chiedeva se il progetto di riforma spagnolo fosse applicabile ad altri contesti nazionali. L’europarlamentare Bizzotto, con la sua nuova interrogazione, ha fortunatamente incalzato Barnier sul tema: ora non resta che attendere i due mesi di limite massimo per la risposta del commissario.

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