Saranno approvate entro la fine di ottobre le due leggi regionali con cui l’amministrazione della Liguria intende garantire 30 anni di concessione agli imprenditori balneari del territorio, a dispetto del disegno di legge del governo che sta istituendo le evidenze pubbliche delle spiagge. Lo ha annunciato nei giorni scorsi il consigliere Angelo Vaccarezza (Forza Italia), primo firmatario dei provvedimenti, in seguito alle audizioni con le associazioni di categoria tenute dalle commissioni consiliari I e III che hanno dato inizio all’iter di approvazione. La proposta di legge n. 156 si intitola “Qualificazione e tutela dell’impresa balneare”, mentre la n. 157 “Disciplina delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative”.
«Si tratta dei due provvedimenti che hanno ricevuto il pieno consenso da parte della giunta – spiega Vaccarezza – a partire dall’assessore al demanio Marco Scajola, di tutta la maggioranza e anche di alcuni rappresentanti della minoranza. Gli obiettivi da raggiungere sono due, entrambi molto importanti: riconoscere la specificità dell’impresa balneare ligure e difendere le nostre aziende dal rischio di una non corretta interpretazione della direttiva Bolkestein, che metterà in ginocchio migliaia di imprese: le procedure di evidenza pubblica e quindi le gare avranno drammatiche conseguenze per l’occupazione e l’indotto che ruota attorno al mondo balneare e per le famiglie di chi vive e lavora nel comparto. Il consenso delle associazioni di categoria è stato unanime e la richiesta è stata quella di anticipare il disegno di legge del governo, a cui mancano ancora alcuni passaggi parlamentari per essere approvato».
Il governo Gentiloni sta infatti nello stesso tempo lavorando a un disegno di legge nazionale che intende istituire le evidenze pubbliche delle concessioni balneari (dopo un periodo transitorio ancora da definire) proprio per adeguarsi alla Bolkestein, e che sarà discusso il prossimo 16 ottobre alla Camera. Ma la giunta della Regione Liguria si è sempre dichiarata in disaccordo con i contenuti del ddl governativo e ha iniziato mesi fa a lavorare a una propria legge che intende andare in una direzione opposta, anche se è molto probabile che dovrà scontrarsi con il rinvio alla Corte costituzionale: tutte le leggi regionali che in passato hanno tentato di regolamentare il demanio marittimo, che è di competenza statale, sono infatti state impugnate (recenti sono i casi di Toscana, Abruzzo e Friuli) e pertanto è facile immaginare che nemmeno le leggi liguri saranno risparmiate.
Ma la giunta Toti sembra non farsi intimorire da questa possibilità: già oggi si riuniranno la I, la III e la IV commissione per i pareri di merito, mentre da domani le leggi saranno calendarizzabili nei prossimi consigli regionali ed è logico immaginare che nell’ultima assemblea di ottobre, in cui si adotteranno i provvedimenti, i due ddl saranno a tutti gli effetti leggi della Regione Liguria.
Il contenuto dei provvedimenti
Per quanto riguarda i contenuti dei due ddl, così li illustra Vaccarezza: «Nel primo provvedimento c’è un punto fondamentale e innovativo: vogliamo che la specificità ligure venga riconosciuta, poiché è unica e famosa in tutto il mondo, ma non solo: il nostro turismo balneare è l’apripista per la maggior parte delle altre attività, a partire da quella commerciale. Sono invece quattro gli aspetti decisivi della seconda legge, che prevede il riconoscimento del legittimo affidamento, il riconoscimento del valore aziendale, un congruo periodo transitorio di almeno trent’anni e una corretta applicazione della direttiva Bolkestein, tenendo conto che l’impresa balneare ligure non è un servizio, ma un bene in concessione. Non permetteremo che i nostri imprenditori diventino illegittimi a casa loro, dopo tutte le risorse che hanno investito per migliorare il territorio».
«Abbiamo fatto questo grande lavoro per far sì che il governo ci ascolti e cambi le linee guida del provvedimento messo in campo a Roma», prosegue Vaccarezza «Le nostre leggi partono da presupposti completamente differenti: pur adeguandosi alle normative europee, sono rispettati i punti cardine della precedente normativa italiana che dava garanzie ai concessionari. A questo si aggiunge la necessità di far ripartire il comparto del demanio marittimo, attualmente bloccato sia sul fronte degli investimenti che su quello dei profitti».
Il plauso delle associazioni di categoria
Così Oasi-Confartigianato, con le parole del coordinatore regionale Gianni Canale, ha espresso la sua soddisfazione per i contenuti dei due provvedimenti: «Con queste due leggi, la Regione Liguria ribadisce la propria leadership in Italia per il settore balneare. Vista anche la larga condivisione delle forze politiche, ci aspettiamo ora una rapida approvazione da parte del consiglio regionale».
«Le due proposte di legge puntano a salvaguardare e valorizzare il nostro settore, rivendicandone il ruolo di unicità e tipicità nel sistema imprenditoriale ligure», osserva Canale «I balneari rappresentano circa quattromila realtà sull’intero territorio, molte delle quali a conduzione familiare. Imprese a cui va anche il merito di preservare e mettere a sistema le bellezze naturali e costiere liguri, oltre a svolgere un ruolo fondamentale di aggregazione sociale e di attrazione e coinvolgimento dei turisti».
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