di Cristiano Tomei
Riaprire il confronto con il Governo e ridiscutere, in Europa, la direttiva servizi per evitare le evidenze pubbliche e le aste. Per evitare di distruggere il sistema turistico balneare italiano. Per evitare di mandare sul lastrico trentamila famiglie che costituiscono l’ossatura di altrettante aziende. Per tutelare il Pil del settore, oggi tra i più forti tra tutti quelli presenti nell’economia nazionale. Per garantire centocinquantamila lavoratori, tra addetti e dipendenti.
Di tutto ciò parlano le manifestazioni di un anno di serrato confronto sindacale culminate con il grande sciopero del 3 agosto scorso, a cui ha aderito più del 90% delle imprese balneari in tutta Italia, e le iniziative regionali messe in campo proprio in questi giorni, anche con la bella e riuscita iniziativa del tuffo collettivo, e che proseguiranno per tutto il mese di agosto.
Le manifestazioni nazionali di Rimini, di Carrara e di Roma. Le innumerevoli assemblee regionali in Emilia-Romagna, in Liguria, in Abruzzo, in Puglia, in Toscana, nel Lazio, in Campania, nelle Marche, in Molise… Hanno chiesto una sola cosa: riaprire il tavolo di confronto per evitare le evidenze pubbliche. Lo chiedono i sindacati dei balneari. Lo chiedono anche le regioni, le province e i comuni.
Anche i turisti, i clienti dei bagni marini, i cittadini stanno acquisendo maggiore consapevolezza, esprimendo solidarietà rispetto alle ragioni della protesta dei balneatori.
Chiediamo che il Governo prenda atto dell’irrinunciabile esistenza, per l’intero Paese, di un comparto economico sano e produttivo come quello turistico costiero costituito dalle attuali aziende balneari.
Sarebbero sufficienti la pulizia degli arenili, la salvaguardia delle vita umana in mare oltre all’eccellenza dei servizi turistici, unici in Europa a ammirati da tutto il mondo, per evitare le aste e addirittura la stessa errata applicazione, per questo settore, della direttiva Bolkestein.
L’intero comparto turistico balneare ha bisogno di risposte che diano certezze per il futuro di queste imprese e che facciano ripartire gli investimenti oramai completamente fermi.
È di fondamentale importanza l’immediata riapertura del tavolo di confronto per concertare provvedimenti condivisi dai balneari, dalle regioni e dalle istituzioni locali.
Cristiano Tomei (coordinatore nazionale Cna Balneatori)
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