I prossimi cinque anni saranno molto difficili per gli operatori del settore turistico in tutta Europa. Lo afferma uno studio di Euromonitor, che ha presentato nei giorni scorsi al Wtm di Londra le proprie analisi sull’andamento delle presente turistiche nelle principali macroaree del mondo fino al 2024.
In generale, l’industria turistica dovrebbe crescere del +3,3% a livello globale, raggiungendo gli 1,8 miliardi di arrivi; tuttavia i dati riferiti alla sola Europa stimano una netta contrazione. Questo, secondo Euromonitor, sarà dovuto a diversi fattori: i rischi della Brexit, la crisi economica della Germania, le proteste dei gilet gialli in Francia, il calo del Pil in Italia e in generale la maggiore consapevolezza ecologica che porterà molti viaggiatori ad abbandonare l’inquinante aereo, privilegiando mete all’interno del proprio paese perché raggiungibili col treno o l’automobile.
Tutto ciò, secondo Euromonitor, farà sì che nel Vecchio Continente ci saranno ben 5 milioni di arrivi in meno entro il 2024. Ancora peggio dell’Europa faranno gli Stati Uniti, dove la domanda di turismo è stimata in calo di quasi il 10% nei prossimi cinque anni a causa dei rialzi sulle tasse avviati dalle politiche di Trump. La crescita globale del settore turistico sarà dunque trainata dalla sola Asia, data in crescita del +6,4%. Ma si sa che i turisti con gli occhi a mandorla non amano stare al sole ad abbronzarsi, preferendo le mete storico-culturali. Perciò, se i trend di Euromonitor troveranno conferma, saranno guai per i titolari di stabilimenti balneari e alberghi nelle città costiere. O forse, questo campanello d’allarme porterà gli operatori del settore a reagire verso nuove strade per evitare il disastro.
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