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Tomei: ‘Solo scelte condivise con i balneari’

Il coordinatore di Cna Balneatori: "Riunire il tavolo tecnico per lavorare insieme e produrre una legge e delle norme che ridiano certezza alle attuali imprese"

di Cristiano Tomei*

Della concertazione storica – ossia del confronto assiduo fra governo e parti sociali cha ha prodotto risultati importanti per la crescita economica del nostro Paese e soprattutto scelte condivise – sembra esserci rimasto ben poco. Questo mi viene immediatamente da pensare, appena lette le dichiarazioni del ministro al turismo e ai rapporti con le Regioni Piero Gnudi rilasciate ieri a Bologna ed in particolare sul fatto che non vi sia bisogno di fare tavoli (vedi notizia).

I sindacati dei balneari, durante la manifestazione del 18 aprile tenutasi a Roma, chiedono a gran voce quanto deciso al termine della riunione di fine febbraio tra Governo, sindacati e Regioni, ossia la convocazione di un tavolo tecnico per la definizione di una legge quadro che l’esecutivo possa varare a tutela delle attuali imprese balneari italiane secondo la delega affidatagli dal Parlamento.

I sindacati dei balneari e le Regioni devono partecipare attivamente alla costruzione del riordino normativo del demanio turistico italiano. Le riforme e le leggi non si possono fare senza la concertazione; non si possono fare solo con la prassi della semplice consultazione. Concertare è cosa ben diversa di una semplice consultazione dove ti ascolto ma poi, sostanzialmente, tiro dritto per la mia strada. Mi domando se chi tira dritto per la messa in evidenza pubblica di 30.000 aziende balneari italiane abbia previsto con uno studio tutte le gravissime ricadute economiche, finanziare, occupazionali, amministrative e di immagine che vi saranno a partire dal 1° gennaio 2016, demolendo irrimediabilmente un sistema turistico che ci invidiano in tutto il mondo.

Infatti, non sono prevedibili quali e quanti risultati possa produrre la tecnica della semplice consultazione delle parti sociali (attualmente utilizzata e ancora in fase di sperimentazione) contenuta nel cosiddetto Libro Bianco sul lavoro (e mutuata, guarda caso, da un prototipo delineato a livello europeo),  essendo stato da poco tempo introdotto nel nostro paese in sostituzione della consolidata prassi della concertazione. Ma nel frattempo, non sapendo ancora bene cosa possa succedere, cosa si fa? Si prova a fare l’evidenza pubblica e poi, magari, si vede.

Io non ci sto! I balneari sanno bene cosa significhi per loro e per le loro famiglie andare ad evidenza pubblica. Sanno bene cosa significa non avere più la propria azienda a partire dal 1° gennaio 2016 e dover continuare a pagare un mutuo a suo tempo acceso per migliorare la propria impresa. È invece necessario varare una legge con la partecipazione attiva delle forze parlamentari, dei sindacati , delle Regioni e dei Comuni da portare, tutti uniti, in discussione a Bruxelles che riconosca l’insostituibile importanza in Italia e in Europa del sistema turistico costiero del nostro paese che non può che essere costituito adesso, per il futuro dalle attuali imprese balneari.

Alla luce di tutto ciò, ritengo sia necessario riunire immediatamente il tavolo tecnico e lavorare insieme per produrre una legge e delle norme che ridiano certezza.

*Coordinatore nazionale Cna Balneatori

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Cna Balneari

Cna Balneari è la sezione di Cna (Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa) che associa i titolari di stabilimenti balneari.
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