di Alex Giuzio
Si può permettere alle spiagge di stare aperte 24 ore su 24, 365 giorni all’anno e di praticare nuove attività quali la discoteca o la ristorazione? Sulla carta il governo Monti ha dato l’ok (grazie alla legge 21 del 15 dicembre 2011: vedi l’articolo in questione), scatenando però la protesta dei Comuni costieri, che lamentano uno stravolgimento del sistema turistico tradizionale. Inutile dire che anche i titolari di altre attività turistiche – quali appunto le discoteche e i ristoranti – non sono stati molto felici della notizia.
Ma qualcuno ha avuto il coraggio di aprirsi sulla questione: si tratta di Nevio Salimbeni (nella foto), responsabile di Cna Turismo per la provincia di Ravenna, che pensando alla spiaggia di Cervia (dove l’assessore al turismo, Michele De Pascale, si era detto contrario alle liberalizzazioni delle attività in spiaggia: vedi qui) si è dichiarato a favore di un’apertura serale infrasettimanale per attirare turisti anche al di fuori del weekend. Per Salimbeni si tratta di una questione da regolamentare attentamente, di concerto con le associazioni di categoria e l’amministrazione comunale: ma di apertura sempre si tratta, e a Cervia, dove il tema è molto sentito, da giorni non si parla d’altro.
Queste le parole di Salimbeni: «Questo non è un momento facile per nessuno. Le imprese turistiche e quelle legate all’artigianato e ai servizi della filiera soffrono terribilmente le difficoltà di accesso al credito e le ristrettezze economiche della domanda. Però, in una situazione complessa, è proprio dal turismo che può arrivare una spinta verso la ripresa; a patto che si sfruttino le occasioni e si sia capaci di rinnovare la propria offerta. Penso al centenario di Milano Marittima, che è un match ball da giocare bene: grazie ad esso, un certo numero di turisti persi torneranno curiosi nel nostro territorio e nuovi turisti si affacceranno per la prima volta. Ecco perché devono trovare una offerta rinnovata, equilibrata e più vicina alle loro richieste. In merito al tema delle liberalizzazioni e degli orari e, in particolare, alla norma che porterebbe all’apertura serale dei bagni al mare, la Cna rifiuta l’idea di una norma che passi sopra la concertazione locale con un colpo di spugna. I rappresentanti delle imprese e l’amministrazione devono concertare i cambiamenti e le innovazioni. Però è importante pensare a un’offerta più integrata tra tutte le categorie, sfruttando le carte migliori del territorio. Per esempio, riteniamo sia maturo il momento di arrivare all’apertura degli stabilimenti balneari almeno una sera alla settimana, con le imprese che scelgono una giornata tra il lunedì e il giovedì – giornate in cui c’è più bisogno di portare gente in città. Detto questo, voglio sottolineare che Cervia non può diventare un posto di feste senza regole: le regole sulle feste e sui rumori che hanno ben funzionato l’anno scorso possono rimanere le stesse e impedire degenerazioni. Dobbiamo pensare positivo: gli alberghi potrebbero offrire una volta la settimana il mare di sera ai loro clienti; i ristoratori potrebbero pensare a serate speciali in spiaggia; chi organizza meeting, fiere o attività sportive potrebbe inserire una sera diversa nell’offerta; gli stabilimenti balneari potrebbero fidelizzare i loro clienti: questo non spezzerebbe l’equilibrio cervese. Equilibrio deve fare rima con sostenibilità sociale, economica e ambientale ma anche con la parola "futuro". Dare un futuro a un territorio turistico vuol dire non stare fermi. Usare di più e meglio la risorsa spiaggia, con un’apertura ragionata e gestita insieme dall’amministrazione e da chi rappresenta l’impresa, può rendere più competitiva l’intera offerta turistica, portando gente quando ce n’è più bisogno, non certo nei fine settimana».
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