di Alex Giuzio
RIMINI (ore 9.00) – Nessun operatore turistico può ignorare i problemi della categoria balneare. Perciò nessun operatore turistico presente alla fiera Sun, la cui trentesima edizione ha inaugurato ieri a Rimini, può stupirsi per l’assenza di concessionari demaniali nell’appuntamento italiano di maggiore richiamo per questo comparto.
Il primo giorno di Sun, infatti, è scivolato via senza fremiti né entusiasmo. Pochi i visitatori e ancora meno gli espositori: circa cinquanta aziende produttrici di arredamento da spiaggia non si sono presentate con il solito stand, consapevoli che gli stabilimenti balneari non hanno nulla da investire. Colpa della lentezza del governo nel legiferare sulla direttiva Bolkestein: nessun imprenditore potrà mai sborsare grandi cifre per rinnovare la propria struttura, sapendo che nel 2016 potrebbe non essere più sua. E ciò è stato ribadito anche ieri all’incontro di Oasi-Confartigianato che ha aperto la serie di convegni fieristici (vedi notizia).
I sindacati Sib, Fiba, Cna Balneatori e Assobalneari hanno addirittura organizzato una manifestazione alternativa a Senigallia tra oggi e domani (vedi notizia), determinando il boicottaggio assoluto dei balneari e delle aziende dell’indotto. L’intento è mostrare al governo il blocco degli investimenti causato dalla sua inadempienza: e se si pensa alla giornata di ieri, si può affermare che il messaggio sia giunto a destinazione. I corridoi vuoti e la mancanza di sorrisi facevano da cornice al padiglione A1, per la prima volta l’unico a ospitare le aziende dell’arredamento da spiaggia. Fino all’anno scorso ce n’erano sempre almeno due.
Impossibile, allora, innovare in queste condizioni. Infatti le imprese che hanno deciso di essere comunque presenti al Sun non hanno portato grandi novità in fiera. Per la tecnologia si è distinta Call System, una pulsantiera senza fili montata sotto l’ombrellone per permettere al cliente di ordinare le consumazioni o il conto senza recarsi al bar. Per l’originalità il premio va invece a Screams, presente in fiera con un enorme padiglione molto fantasioso, tra elefanti con la proboscide che si trasforma in doccia e colorati chioschi bar dalla forma sferica che ricordano i cartoni animati: le strutture ideali per distinguersi dagli stabilimenti concorrenti.
Due le tendenze che fanno da padrone in questo difficile 2012: da una parte i sempre più numerosi software gestionali per organizzare le prenotazioni degli ombrelloni direttamente dal proprio pc, dall’altra i pouf che si stanno gradualmente sostituendo ai lettini, con conseguente affioramento di aziende che allestiscono stand ricchi di morbidi e colorati palloni: Expandpouf, iPuff, Pomodone per dire alcuni nomi.
Qualche cambiamento anche per il Sunseat, l’originale schienale per permettere la seduta sul proprio sdraio (vedi foto sotto): il manager Francesco Florian spiega che «l’azienda ha optato per un redesign che rendesse più accattivante e meno freddo il prodotto». Nel comparto della manutenzione, come al solito a dominare è stata Tecnopress con le sue macchine per la pulizia del proprio stabilimento.
Ma l’assenza di decine di aziende si è fatta comunque sentire. Impossibile non percepire il clima di depressione che la fiera, seppure non responsabile del problema Bolkestein, ha dovuto affrontare a scapito della buona riuscita dell’evento. A compensare ci hanno pensato gli espositori di saune, piscine, giochi, case mobili, arredamento verde e strutture prefabbricate che hanno comunque riempito il complesso fieristico di Rimini. Ma tra i padiglioni aleggiava un clima di stanchezza che ha ormai logorato non solo i balneari, colpiti da una direttiva che avrà i suoi effetti a partire dal 2015, ma anche gli espositori che hanno dovuto affrontare un blocco degli investimenti senza precedenti, tanto da dover rinunciare a essere presenti in fiera. I dati del Sole 24 Ore parlano di un -20% nel 2011 sul fatturato di circa un miliardo di euro realizzato da tutte le aziende dell’indotto balneare. E si tratta di cifre che, probabilmente, si sono aggravate nell’anno in corso.
Forse ha allora ragione lo stand dell’Itb, uno dei due sindacati a essere presenti con uno spazio in fiera, ma chiuso e tappezzato di cartelli che annunciano la morte del turismo balneare e proclamano la contrarietà alle evidenze pubbliche. «Si tratta di un’iniziativa di notevole impatto – spiega il presidente Giuseppe Ricci – che ha attirato numerosi balneari non ancora coscienti del problema, e subito informatisi dai nostri tecnici».
Oggi, alle 15.30, proprio l’Itb organizzerà un convegno dal titolo "Nuovi paletti e vecchie trappole: quale futuro per il turismo balneare?", per ribadire la propria richiesta di deroga alla direttiva Bolkestein e minacciare azioni legali contro il governo italiano. Interverrà anche l’europarlamentare Magdi Allam.
L’incontro si terrà in contemporanea con quello di Renato Papagni, presidente di Federbalneari Italia, che invece organizza l’incontro "Al Sun di Rimini le proposte di Federbalneari per il decreto Gnudi". In questo caso si tratta però di un sindacato che, seppure poco rappresentativo, sia da sempre a favore delle evidenze pubbliche con sistemi per favorire gli attuali concessionari. Su Mondo Balneare parleremo di entrambi gli appuntamenti oggi pomeriggio, fornendo anche gli aggiornamenti dal direttivo di Cna Balneatori in programma questa mattina alle 11.
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