di Alex Giuzio
Sì alle evidenze pubbliche delle concessioni demaniali. E questa volta non lo ha detto il ministro al turismo Piero Gnudi: questa volta è stato messo su carta dalla Provincia di Rimini, con una bozza di ordine del giorno – approvata ieri all’unanimità dal consiglio di commissione – che tutela gli investimenti degli attuali concessionari ma apre alle riassegnazioni delle concessioni con i cosiddetti ‘paletti’ a salvaguardia dell’attuale sistema turistico-balneare italiano basato sull’impresa familiare, per non dare vita a un’omologazione a livello europeo.
L’ordine del giorno dice infatti che i servizi delle attuali imprese balneari «hanno permesso un’identità culturale e uno stile di accoglienza personalizzato, dando vita a quel modello romagnolo basato su ospitalità, accoglienza e amicizia che è diventato il punto di forza del mercato turistico nazionale e internazionale». Questo modello va perciò tutelato, anche se non si può prescindere dal rispetto della direttiva europea detta ‘Bolkestein’ che impone la riassegnazione delle concessioni demaniali tramite evidenza pubblica. Una procedura da regolamentare al più presto, poiché le imprese balneari stanno vivendo in un’«incertezza normativa che compromette la loro esistenza».
Gli attuali concessionari, ricorda incoltre la Provincia di Rimini, hanno fatto degli ingenti investimenti che vanno tutelati: «Le imprese balneari rimangono proprietarie degli impianti, degli arredi e delle attrezzature che le costituiscono», ribadisce l’ordine del giorno. Che però ha fatto infuriare i concessionari della provincia di Rimini, che non si sono visti tutelare dai loro rappresentanti amministrativi: si vocifera già una manifestazione, magari quando l’ordine del giorno passerà al voto ultimo del consiglio provinciale.
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