La griglia di partenza del Giro d’Italia domani sarà particolarmente colorata: non solo maglie rosa ma anche rosse, per non parlare di striscioni, fischietti e mosconi di salvataggio. Per i balneari liguri e toscani inizia un’altra protesta contro la direttiva europea Bolkestein, che vuole espropriare le loro imprese.
La manifestazione, che avrà lo scopo di attirare l’attenzione di una politica che sta ignorando il grave problema, si terrà a Seravezza – un piccolo paese in provincia di Lucca da dove partirà la dodicesima tappa del Giro – e sarà completamente pacifica. L’idea iniziale dei balneari era quella di bloccare del tutto la partenza, ma questa proposta ha visto l’opposizione del sindaco Ettore Neri e di tutti gli abitanti della città: l’amministrazione comunale si è sforzata molto per portare il Giro a Seravezza, e non voleva farsi rovinare la festa. Neri ha sempre supportato la causa dei balneari (anche se la sua città non si affaccia sul mare), ed è riuscito a trattare affinché i balneari si limitassero a una protesta massiccia ma senza ostacolare il corretto svolgimento del Giro.
«Se tutto va come deve andare, crediamo che sarà comunque un’ottima occasione di visibilità per la nostra causa», commentano Emiliano Favilla e Fabrizio Maggiorelli, i presidenti del Comitato Salvataggio Imprese e Turismo che organizza questa ennesima protesta. «Stiamo concordando con le istituzioni e gli organizzatori del Giro il modo e la maniera per rendere visibile la manifestazione. Comunicheremo al più presto i dettagli organizzativi; per ora ci limitiamo a invitare tutti i balneari italiani e a dotarsi di striscioni con lo slogan "No all’esproprio delle imprese balneari"».
La protesta del Comitato non si limiterà alla partenza da Seravezza, ma riguarderà anche il passaggio a Forte dei Marmi e l’arrivo a Sestri Levante: la visibilità dovrà essere massima, e per questo serve il più alto numero di balneari possibile.
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