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‘Più sinergia per lo sviluppo del demanio marittimo’

Ieri sera all'hotel Italia di Rapallo si è svolta un'importante conferenza organizzata da Ascom sul tema della Bolkestein in relazione agli stabilimenti balneari e agli ormeggi. Riportiamo l'interessante intervento di Angelo Siclari, presidente dell'Associazione concessionari ormeggi, che ha definito una lucida strategia per superare non solo la minaccia delle evidenze pubbliche, ma anche il peso della burocrazia.

di Angelo Siclari

L’Associazione concessionari ormeggi Liguria, fin dalla sua costituzione avvenuta un anno fa, ha posto come obiettivo prioritario la salvaguardia dei posti di lavoro dei propri associati dal rischio concreto che le imprese corrono in caso di applicazione della direttiva Bolkestein.

Fin dal primo giorno ci siamo affiancati in questa battaglia agli amici del comparto balneare, che in modo encomiabile stanno lavorando a tutti i livelli per salvaguardare le loro aziende.

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Concordo con l’assessore Angelo Berlangieri quando dice che la questione della direttiva Bolkestein è un problema di carattere politico. Allora, ribadisco ancora una volta e con più convinzione che si deve insistere sulla definizione di tavoli tecnici regionali, ma soprattutto a livello governativo, ove insieme alle istituzioni siedano rappresentanti delle categorie. Questo a titolo esclusivamente contributivo, per portare aiuto ai nostri politici che si batteranno per noi, ovviamente nel rispetto delle posizioni di ognuno. Ma è importante creare ed essere a questi tavoli.

A mio parere questo potrebbe già essere anche un modo nuovo di rapportarsi, un modo nuovo di far capire a tutti, a qualsiasi livello, non solo che siamo uniti per salvaguardare il nostro lavoro, ma anche per evidenziare all’Unione europea che il comparto balneare e nautico in Italia è parte integrante del proprio tessuto socioeconomico.

Ha ragione il mio amico Luciano Monticelli, delegato nazionale Anci per il demanio marittimo, quando dice che si deve lavorare non per ottenere una proroga, bensì l’uscita dalla Bolkestein di tutto il comparto nautico e balneare. La proroga, a mio avviso, potrebbe apparire come un riconoscimento della correttezza applicativa della stessa direttiva, cosa che invece sappiamo bene non essere per quanto riguarda i comparti in questione (così come non lo era per quelli che sono invece riusciti a uscire).

Siamo in un momento storico molto difficile e preoccupante, per cui occorre, a mio avviso, che anche il settore privato faccia la sua parte attivamente, affrontando i temi attraverso una giusta sinergia con il “pubblico” che deve, a sua volta, necessariamente tenerne conto. Gli sforzi, se saranno uniti, potranno servire a raggiungere gli obiettivi perseguiti; viceversa diventerà sempre tutto più complicato. Un esempio concreto in tal senso lo abbiamo qui in Liguria, quando alcuni settori del privato hanno chiesto alla Regione di procedere a disporre affinchè i Comuni costieri interessati trascrivessero sulle licenze demaniali marittime la proroga della validità delle stesse al 31 dicembre 2020. La Regione in pochissimo tempo vi ha provveduto, ma non solo: ha anche chiesto all’Agenzia delle entrate disposizioni in merito all’applicazione dell’eventuale tassa di registro. Ecco, questo è un piccolo esempio di sinergia tra privato e pubblico che ha portato a risultati utili per il concessionario.

In questi mesi di confronti che ho avuto per conto di Aco Liguria, ma anche nella veste di consulente demaniale marittimo e portuale, mi ha colpito una cosa che desiderio portare a conoscenza di voi tutti: la cattiva informazione, e a volte il pregiudizio, che si è cercato di dare all’opinione pubblica nei confronti dei concessionari di strutture balneari e di posti barca..

Occorre dire con chiarezza che ancora oggi (ma per fortuna molto meno rispetto a prima) si cerca di dare notizie imprecise, come ad esempio che l’applicazione della direttiva Bolkestein permetterà di avere maggiori spiagge libere o più ampi specchi acquei destinati alla balneazione. Sbagliatissimo: le spiagge e gli specchi, se andranno alle aste, avranno semplicemente un nuovo concessionario al posto del precedente. Anzi, nella stragrande maggioranza dei casi saranno macro aziende che non permetteranno più quel rapporto familiare che le nostre imprese attuali hanno saputo creare negli anni con la propria clientela. E la qualità dei servizi ne risentirà.

Approfitto della presenza in sala dei sindaci per fare una richiesta che magari può apparire banale ma, credetemi, non lo è. Chi lavora nel comparto balneare o nautico utilizza solo una piccola parte dell’anno. A volte solo cinque mesi. In tal senso chiediamo che almeno nei mesi da aprile a settembre gli uffici comunali del demanio marittimo siano aperti al pubblico tutti i giorni, e non solo una volta o due volte alla settimana per due ore. Soprattutto che si faccia in modo, stante le competenze diverse degli uffici comunali stessi, che si crei tra di loro la giusta sinergia e polifunzionalità. Questo permetterebbe al concessionario che deve disbrigare una pratica demaniale di non perdersi nei meandri delle competenze di questo o di quell’ufficio.

Nell’immediato futuro, come associazioni di categoria, sarà altrettanto importante che ci facciamo carico di dare un contributo a un percorso normativo che porti, finalmente, i nostri Comuni a essere destinatari dell’acquisizione dei canoni demaniali, perché noi operatori siamo coscienti che gli enti locali stanno facendo sforzi a volte oltre il limite del possibile per garantire la gestione amministrativa del demanio marittimo attraverso l’utilizzo di proprie risorse ma senza avere un ritorno nei propri bilanci.

Angelo Siclari (presidente Aco Liguria)

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