di Chiara Spagnolo
Gli stabilimenti balneari del Salento si candidano a diventare “sentinelle” della costa, monitorando il mare e offrendo aiuto nel soccorso in caso di sbarchi di migranti. Mentre l’estate si avvicina, gli imprenditori turistici si confrontano con la possibile emergenza profughi che toccherebbe la Puglia se le frontiere settentrionali della Grecia restassero chiuse. E se la parola d’ordine finora è stata guadagno, oggi si deve parlare anche di accoglienza. Perché la realtà non può essere ignorata e «prepararsi è meglio che illudersi», spiega il presidente di Federbalneari Salento, Mauro Della Valle.
Che l’eventuale ondata migratoria si intrecci direttamente con un nuovo boom turistico (che anche quest’anno tutti gli indicatori danno per certo in Salento), del resto, è evidenza che anche il prefetto Claudio Palomba sta tenendo in seria considerazione: «Il nostro interesse è intaccare al minimo le esigenze turistiche del territorio». Gli imprenditori balneari, pur non essendo chiamati ufficialmente in causa, hanno espresso – tramite Della Valle – la disponibilità a essere parte attiva della macchina dei soccorsi. E se la proposta a una prima analisi può apparire balorda, basta fare due conti per capire che i lidi, oggi, possono vestire i panni delle antiche torri costiere. Ovvero baluardi di avvistamento, non a difesa delle popolazioni dai turchi ma in soccorso delle persone che potrebbero arrivare dal mare.
Le informazioni raccolte fino a oggi dall’intelligence italiana, dalle forze di polizia e dalla magistratura indicano che eventuali viaggi della speranza saranno effettuati a bordo di piccoli natanti piuttosto che grandi navi come la Blue Sky, che nel dicembre 2014 portò a Gallipoli 796 persone. Barche a vela e gommoni, che facilmente sfuggono ai radar e spesso vengono avvistati solo quando sono prossimi alla terraferma.
Anche nell’avvistamento gli stabilimenti balneari – circa 220 disseminati sulla costa ionica e adriatica e pronti ad aprire a fine marzo – possono svolgere un ruolo operativo. «Le nostre strutture sono presidiate giorno e notte – spiega ancora Della Valle – e hanno personale specializzato nel soccorso in mare e presidi medici con tanto di defibrillatori, nonché generi alimentari di prima necessità a partire dall’acqua. Insomma, in caso di emergenza saremmo immediatamente operativi ovunque».
Una possibilità che, a suo dire, non confligge con l’attività turistica, come dimostra il caso avvenuto un paio di anni fa, quando un gruppo di migranti in piena estate sbarcò davanti a un lido di Vernole. In quella circostanza, il personale e i bagnanti fecero a gara per aiutare le persone in mare: «Sono certo che avverrebbe anche adesso – conclude Della Valle – e che i nostri ospiti avranno pazienza. L’aiuto è un dovere morale, l’importante è essere preparati a darlo».
fonte: La Repubblica Bari
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