Martedì scorso in Senato è stata approvata una mozione sui balneari, con lo scontro sollevato dai banchi dell’opposizione che ha criticato la scelta della maggioranza di eliminare il riferimento alla proroga di 30 anni (vedi notizia). Assobalneari come interpreta questa vicenda?
"Stavamo aspettando con molto interesse questa discussione in Senato. Abbiamo fornito un’ampia documentazione tecnica alla mozione presentata dal senatore Maurizio Gasparri (Fi), che abbiamo molto apprezzato per i suoi contenuti precisi e per l’esposizione documentata e veritiera dei fatti. Tuttavia non ci eravamo illusi che il testo potesse essere approvato, proprio perché sollevava alcuni aspetti chiave come il periodo transitorio di 30 anni sul quale il governo non si era ancora espresso. E martedì la posizione è finalmente emersa, con la maggioranza che non ha voluto approvare questo punto per noi fondamentale, preferendo il testo del senatore Salvatore Tomaselli (Pd) che parla solo di «adeguato periodo transitorio».
Il merito della mozione Gasparri è dunque tutto simbolico: pur non essendo stata approvata, ha stimolato una discussione che ha portato alcuni esponenti del governo a dire chiaramente che questa proroga non è per loro percorribile."
Perché la mozione approvata non vi soddisfa? Il testo, seppure non contenga il riferimento ai trent’anni, ha comunque degli importanti riferimenti a Spagna e Portogallo, che hanno legiferato a tutela delle imprese balneari…
"È proprio questa incongruenza ad averci lasciato sorpresi e interdetti. Anche nella mozione presentata dalla maggioranza è stato infatti accolto il frutto del lavoro svolto da Assobalneari-Confindustria tramite la Federazione europea degli imprenditori balneari (Efebe), che ha portato a conoscenza le normative di Spagna e Portogallo sul demanio marittimo, approvate con il consenso dell’Unione europea (la Spagna ha prorogato le sue concessioni fino a 75 anni e il Portogallo ha introdotto nel 2007 il diritto di preferenza del concessionario uscente). Ma qui arriva il controsenso: il Partito democratico, pur citando queste situazioni, non ha voluto andare fino in fondo alla questione, rifiutando di impegnarsi in una analoga proroga trentennale e dunque negando all’Italia le stesse possibilità che Spagna e Portogallo hanno ottenuto".
Il colpevole dell’incertezza normativa sulle concessioni balneari italiane non è quindi l’Unione europea?
"No, perché oggi l’Unione europea non vuole affatto negarci un percorso normativo analogo. Sono invece alcuni rappresentanti della maggioranza che, pur essendo venuti a conoscenza delle situazioni spagnola e portoghese, non intendono percorrere lo stesso itinerario per difendere le nostre imprese. Spagna e Portogallo hanno saputo porsi concretamente a difesa della propria economia turistica, delle aziende balneari e dei posti di lavoro, mentre i sostenitori della mozione approvata in Senato vogliono portarci dritti alle procedure comparative, nonostante i goffi tentativi di mascherarle e farle digerire alla categoria.
Noi riteniamo che se oggi siamo ancora in grado di trattare, è solo perché ci siamo ancorati con le unghie a quanto avvenuto in Spagna e Portogallo. Se non ci fossero stati questi due esempi, le imprese balneari italiane sarebbero già state inghiottite in un sol boccone. Invece la normativa iberica ha fatto riflettere e ha bloccato un percorso che qualche potere forte in Italia voleva portare avanti troppo frettolosamente".
Come interpreta le polemiche lasciate dalla maggioranza contro Gasparri in seguito all’approvazione della mozione?
"Esprimo rincrescimento nel leggere sterili polemiche battute da alcune agenzie giornalistiche relative a dichiarazioni di qualche parlamentare nei confronti di chi, come il senatore Gasparri, sta rappresentando in parlamento la drammaticità che attraversano 30.000 aziende tipicamente italiane. Gli operatori del settore non sono stupidi, anzi sono attenti osservatori e sanno distinguere chi ha prodotto risultati concreti a loro favore e chi invece fino ad ora ha prodotto solo chiacchiere. Ci dispiace registrare dichiarazioni di qualche parlamentare che finora non ha prodotto nessun tipo di risultato a favore della categoria. Noi ricordiamo di avere ottenuto l’ultima proroga al 2020 grazie a un emendamento a cui lavorarono i senatori Gasparri e Baldini, e questa è una verità inconfutabile che fa ricordata".
Cosa vi aspettate ora?
"Occorrono atti concreti che non possono andare nella direzione della mozione approvata martedì scorso. Il percorso che noi auspichiamo è un altro: chiediamo un trattamento analogo a quello avuto dai colleghi spagnoli e portoghesi, che oggi, grazie alla certezza di impresa e alle lunghe concessioni, possono pianificare, fare investimenti e sviluppare le loro aziende, e sono diventati per noi oggi dei formidabili concorrenti, senza fare altro che importare il sistema balneare italiano che ha sempre funzionato, proprio mentre nel nostro paese lo hanno distrutto.
È per noi inspiegabile che non ci sia una forza di governo cosciente di quello che rappresenta l’economia balneare, la sua tradizione, i suoi occupati, le imprese che hanno creato un sistema che tutti ci invidiano e che ha retto all’onda d’urto di una crisi economica mondiale. Le parole sono diventate inopportune. Chi parla deve piuttosto prendere carta e penna e scrivere dei provvedimenti. Siamo rammaricati che le proposte del senatore Gasparri non siano state accolte, ma noi intendiamo andare avanti su questa linea e non vogliamo cedere nemmeno di un millimetro. Ci stanno mandando al massacro. Ormai non è più una questione di parti politiche, ma di chi riesce a tutelare gli interessi delle nostre aziende. Riconosceremo il nostro appoggio solo a chi ci porterà dei risultati concreti per salvarci".
(intervista a cura di Alex Giuzio)
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