di Alex Giuzio
Spiagge aperte tutto l’anno, 24 ore su 24: è questo lo scenario aperto dal governo Monti con la pubblicazione in Gazetta Ufficiale della Legge 21 del 15 dicembre 2011, che fissa entro aprile 2013 il termine entro cui verrà adottato il decreto legislativo sulle concessioni demaniali. Ciò implica ovviamente anche la parola ‘fine’ sulla questione delle aste, contro le quali i balneari di tutta Italia stanno ancora combattendo. Ma la posizione del governo Monti in merito a ciò è ancora blindata: le prime opinioni emergeranno senz’altro all’incontro con i ministri Moavero e Gnudi fissato per il prossimo 23 febbraio.
La legge in questione promette di tutelare gli investimenti dei balneari esistenti in caso di aste, e questo fa rabbrividire tutta la categoria, che vorrebbe proprio evitare le aste. In quanto alla liberalizzazione delle aperture, il comma 6 recita invece così: “Al fine di promuovere il rilancio delle attività turistico-balneari e la tutela della concorrenza, non possono essere poste limitazioni di orario o di attività, diverse da quelle applicate agli altri esercizi ubicati nel territorio comunale”. Ciò riguarda “le attività accessorie degli stabilimenti balneari, quali le attività ludico-ricreative, l’esercizio di bar e ristoranti e gli intrattenimenti musicali e danzanti, nel rispetto delle vigenti norme, prescrizioni e autorizzazioni in materia edilizia, urbanistica, igienico-sanitaria e di inquinamento acustico”. Inoltre, “le attività di intrattenimento musicale e di svago danzante ivi previste non sono soggette a limitazioni nel numero degli eventi, nelle modalità di espletamento e nell’utilizzo degli apparati tecnici e impiantistici necessari allo svolgimento delle manifestazioni”.
Insomma, si parla non solo di eliminazione dell’apertura da aprile a settembre (come già anticipato dalla Regione Sardegna), ma anche di orari non stop e persino della possibilità di praticare attività differenti da quelle strettamente legate alla balneazione, quali la ristorazione e le discoteche. In caso di aste, ciò significa che chi si accaparrerà le concessioni potrà fare di tutto sulla spiaggia: potrebbero sorgere persino i McDonald’s in riva al mare. Se invece la lotta dei balneari porterà alla deroga alla direttiva Bolkestein – che impone appunto le aste -, la liberalizzazione rimarrà nelle mani degli attuali concessionari. Insomma, la situazione rimane incerta, perchè ancora legata all’incertezza normativa sulle evidenze pubbliche, sulle quali il governo non si è ancora pronunciato. Ma un fatto è certo: per le coste italiane è in arrivo una vera e propria rivoluzione. E speriamo che non porti troppo dolore per i lavoratori e per l’ambiente naturale.
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