di Alex Giuzio
Il disegno di legge sulla riforma delle concessioni balneari sarà presentato entro il mese di marzo. Lo ha affermato il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta, rispondendo ieri a un’interpellanza presentata lo scorso novembre dal deputato Enzo Lattuca (Pd, nella foto).
Nella sua risposta, Baretta ha anticipato i principali contenuti del ddl, così riassunti in un comunicato di Lattuca: «1) La durata delle concessioni: che dovranno essere strettamente collegate all’interesse pubblico e proporzionata alla “rilevanza” economica dei beni e degli investimenti. 2) Le modalità di affidamento con procedure competitive di selezione che valuteranno le offerte economicamente più vantaggiose sulla base di una piano economico di copertura degli investimenti. 3) L’entità dei canoni da applicare a tutti senza differenziazione sulla base del principio del metro-quadro. 4) Una nuova demarcazione della linea demaniale attuabile solo su proposta delle Regioni. 5) Un nuovo regime di federalismo demaniale. 6) Un regime transitorio, solo per la prima procedura di selezione, nella quale il concessionario uscente ha diritto di corresponsione, da parte del subentrante, di un indennizzo determinato sulla base di una valutazione dei beni non integralmente ammortizzati agli investimenti effettuati all’avviamento dell’azienda commerciale».
La risposta integrale di Baretta è disponibile cliccando qui.
Nel testo non si parla di proroga, né di altre sicure garanzie per chi attualmente possiede un’impresa balneare e si è visto modificare la propria concessione, da un giorno all’altro, dal rinnovo automatico ogni sei anni alla scadenza al 31 dicembre 2020.
Lo scorso dicembre avevamo pubblicato una bozza del disegno di legge in lavorazione (leggila qui) e, da quanto emerge dalle parole di Lattuca, nulla sembra cambiato: le condizioni per gli attuali imprenditori sarebbero ancora troppo svantaggiose, e non è ancora chiaro se il governo intenderà davvero concedere la lunga proroga richiesta dai sindacati balneari. Nella bozza di ddl si parlava di 2-8 anni, ma questo non è mai stato nemmeno confermato ufficialmente dal governo.
Quel che è certo è che la presentazione del disegno di legge è ormai imminente: avverrà entro un mese, afferma il comunicato di Lattuca, «insieme alla nomina del nuovo ministro agli affari regionali». Il giovane deputato del Pd informa inoltre che «appena il testo sarà approvato in Consiglio dei Ministri il parlamento potrà intervenire con modifiche sul testo del disegno di legge e, in quel contesto, mi impegno a incontrare gli operatori per valutarne l’esito e le eventuali modifiche».
Si spera che nel frattempo i sottosegretari competenti – oltre a Baretta ci sono Francesca Barracciu (turismo) e Sandro Gozi (affari europei) – convochino di nuovo le associazioni di categoria per un altro appuntamento del tavolo tecnico, che il governo si era impegnato a mantenere per condividere il più possibile il testo di legge con gli attuali concessionari. Il che – pare – non è stato ancora fatto. Anzi, Lattuca non nasconde che «c’è da aspettarsi che le concessioni demaniali in essere vadano a scadenza nel 2020 come stabilito dal decreto 179/2012». Il che sarebbe un fatto gravissimo: la proroga al 2020 era stata concessa dal governo Monti come misura straordinaria per permettere la riforma delle concessioni balneari e la conseguente stabilizzazione delle attuali imprese, e non come tagliola per decretarne la fine.
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