L’Iva agevolata al 10% si applica anche ai servizi aggiuntivi di marine, porti turistici e attività di ormeggio. Lo ha chiarito l’Agenzia delle entrate con una nota in risposta a un quesito sottoposto dall’associazione Assonat, che rappresenta i titolari di porti turistici.
Nella nota di risposta a uno specifico quesito posto dall’associazione (n. 956-62/2021), l’Agenzia delle entrate ha affermato che «per i marina resort sono agevolabili, ai fini Iva (10%), non solo i servizi di accoglienza e messa a disposizione nel porto turistico, dello specchio acqueo per il pernottamento dei diportisti a bordo delle proprie imbarcazioni, ma anche i servizi strettamente accessori, quali servizi di pulizia, di assistenza all’ormeggio, di prenotazione, di vigilanza e sicurezza e per l’addebito di consumi». Tale agevolazione, precisa inoltre la nota, si può applicare anche ai rapporti di long rent avviati prima delle recenti modifiche normative.
Trionfante il commento del presidente di Assonat Luciano Serra: «Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti a favore della portualità turistica italiana, grazie a un lavoro puntuale e propositivo portato avanti da Assonat in questi mesi, con l’aiuto dei suoi esperti. Si tratta di due provvedimenti che aiutano concretamente le nostre imprese a essere più competitive e che vanno nella direzione da noi da tempo auspicata del riconoscimento del settore come strategico nell’economia nazionale. Ora il nostro impegno proseguirà sui tavoli istituiti dal governo a sostegno di altre istanze concrete per il nostro settore, tra cui la battaglia per l’esonero del pagamento dell’Imu per i porti turistici, come avviene per quelli commerciali, e la richiesta di avviare una revisione della classificazione dei codici Ateco delle imprese turistiche, nelle quali riteniamo essenziale inserire anche i porti».
L’aliquota Iva agevolata al 10% era in precedenza già applicata alle altre attività di tipo turistico come gli alberghi, i campeggi e i villaggi turistici. Con l’inserimento anche dei porti turistici, gli stabilimenti balneari restano perciò l’unica attività di tipo turistico a continuare ad avere l’Iva ordinaria del 22%, seppure si tratti di concessionari demaniali proprio come i porti turistici.
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