di Alex Giuzio
RIMINI – Il Comune di Rimini è entrato in possesso del suo lungomare, diventando la prima città a ottenere la proprietà di beni statali e facendo il primo passo verso l’attuazione del federalismo demaniale marittimo.
Si tratta di un’operazione senza precedenti nella storia italiana: negli scorsi giorni, l’Agenzia del demanio ha ufficializzato il trasferimento a titolo non oneroso dei beni immobili di proprietà statale per cui l’amministrazione comunale capitanata dal sindaco Andrea Gnassi aveva fatto domanda. Il passaggio di consegne è stato reso possibile dalla recente legge 98/2013 in materia di federalismo demaniale, e in particolare dall’articolo 56-bis intitolato "Semplificazione delle procedure in materia di trasferimenti di immobili agli enti territoriali" (clicca qui per leggere l’articolo 56-bis).
Con l’acquisizione del lungomare, il Comune di Rimini si è impossessato della strada antistante agli stabilimenti balneari. In questo modo, il sindaco Gnassi potrà iniziare il progetto integrato litoraneo che promuove da anni, pur senza mai averlo definito nei dettagli. Annuncia infatti il primo cittadino riminese: «Questo è un momento storico per la città di Rimini. Finalmente la città potrà contare su aree che non sono mai state nella sua disponibilità. E non si tratta di aree qualunque, ma del lungomare, del cuore della nostra città e della nostra identità, una zona di grande valore ma ancora obsoleta. Entrare in possesso del lungomare è la premessa essenziale per avviarne il processo di riqualificazione e sviluppo. Ora possiamo partire».
Il Comune di Rimini è il primo in Italia ad avere completato l’iter legislativo necessario per ricevere dall’Agenzia del demanio i decreti per il trasferimento dei beni dello Stato all’amministrazione comunale. Per farlo ci è voluto circa un anno di lavoro. Infatti, si vanta Gnassi, «l’impegno di questi mesi ha consentito di chiudere la pratica con esito positivo in una sola settimana, a dimostrazione della bontà del lavoro fatto».
L’iter è partito dal Comune di Rimini, in quanto l’amministrazione spendeva quasi 250 mila euro all’anno per la manutenzione del lungomare, pur non essendone in possesso. Il Comune e l’Agenzia del demanio hanno perciò lavorato insieme alla possibilità di una permuta di superfici che consentisse all’amministrazione di acquisire il lungomare in cambio della cessione di alcune aree comunali, tra cui le caserme dei carabinieri di Rimini e Viserba. Gli esami e gli approfondimenti portati avanti dagli uffici sono stati fondamentali per essere pronti quando, il mese scorso, il governo ha convertito in legge il Decreto del fare (98/2013) e ha introdotto l’articolo 56 bis, dando la possibilità ai Comuni di richiedere a titolo non oneroso i beni di proprietà statale.
In concreto, il Comune di Rimini ha ora a disposizione circa 125 mila metri quadrati di superficie, per un valore stimato di svariati milioni di euro. E si tratta solo della prima tranche di trasferimenti, che si è concentrata sulle aree di primaria importanza. La lista dei beni statali richiesti dal Comune comprende infatti altre aree, inclusa la fascia costiera dove insistono gli stabilimenti balneari.
L’intento di tutto ciò, ha spiegato Gnassi, è quello di «dare un nuovo impulso a una delle aree più strategiche del territorio. Abbiamo ben chiaro l’obiettivo, che è stato condiviso con la città e con il consiglio comunale: dobbiamo trasformare le indicazioni del "Piano strategico per il turismo", riprese e contestualizzate nel Masterplan, e dare forma al "Parco del Mare". Parliamo di portare sul lungomare più funzioni a servizio dei riminesi e dei turisti, di togliere cemento e traffico nel solco della nuova direzione di marcia intrapresa dalla città. Si tratta di una sfida che molti imprenditori locali aspettano e che sono pronti a raccogliere. Non dimentichiamo inoltre che sulle aree del lungomare insistono diversi importanti interventi compresi nel "Piano di salvaguardia della balneazione" e che abbiamo degli step da rispettare per raggiungere il risultato prefissato per il 2016, ovvero dimezzare gli scarichi a mare. Siamo quindi pronti per rimettere al centro del nostro sviluppo il cuore della città, il nostro mare».
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