«Siamo pronti a riaprire per offrire un servizio allo Stato e agli utenti, ma sono fondamentali misure economiche straordinarie a sostegno del comparto balneare, la certezza dell’estensione delle concessioni al 2033 come previsto dalla legge 145/2018 e una moratoria almeno fino al 2033 per il mantenimento delle strutture funzionali all’attività degli stabilimenti balneari. In caso contrario il sistema balneare italiano, e con esso l’intero cluster turistico del paese, rischia il default a ottobre». Questa la posizione espressa da Federbalneari Italia oggi durante l’audizione in commissione industria, commercio e turismo al Senato sulle iniziative di sostegno alle imprese turistiche.
Il centro studi di Federbalneari ha stimato che le imprese del settore si troveranno ad affrontare un costo per l’adeguamento alle misure di salute pubblica anti covid-19 di circa 400 milioni di euro per la prossima stagione, per cui è di vitale importanza – nel senso letterale del termine– che possano contare su misure economiche di sostegno al fine di evitare la chiusura definitiva di migliaia di imprese. Federbalneari ha già indicato e inviato al governo alcune le proposte per affrontare l’emergenza: l’applicazione del canone concessorio ricognitorio in misura del 10% del valore complessivo del canone concessorio demaniale per i successivi due anni; l’adeguamento dell’Iva al 10% da attuarsi in modo permanente anche per il turismo balneare; il taglio dell’Imu per il 2020 e 2021 e la riduzione di Tari, tassa di soggiorno, Ires, Irap e relativi oneri previdenziali a carico delle imprese turistiche.
«Insostenibili per la Federbalneari Italia, invece, le linee guide dell’Inail e Iss – prosegue l’associazione – perché non tenendo in alcun modo conto delle differenze territoriali, imprenditoriali e ambientali che contraddistinguono il settore turistico balneare italiano, sono misure calate dall’alto senza alcuna aderenza alla realtà che, tra l’altro, sta dimostrando una grande senso di responsabilità da parte degli italiani. Nel nostro paese si passa da strutture con 40 mila metri quadri di superficie a disposizione a strutture con 500 metri quadrati: non è possibile applicare indistintamente delle linee guida che non tengono contro delle differenze e peculiarità di ciascun territorio. Federbalneari Italia chiede, quindi, che si applicato il principio di deroga alle Regioni e ai Comuni nell’identificazione delle linee guida e rimane in attesa di un confronto con il ministro Franceschini e il sottosegretario Bonaccorsi per chiarire tutti gli aspetti della questione. Solo in questo modo sarà possibile evitare che la stagione 2020, se e quando partirà, non sia ricordata come l’ultima prima del default definitivo di migliaia di imprese».
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