di Alex Giuzio
Anche l’Emilia Romagna manifesta, ma contro la tassa di soggiorno. Oggi alle ore 16.30, in piazza Matteotti a Riccione, è stata indetta una manifestazione regionale di protesta per dire no alla tassa di soggiorno. Promotrice dell’iniziativa è la consulta regionale del turismo di Confcommercio, Faita, Federalberghi, Fiavet e Fipe Emilia Romagna, che attraverso un comunicato ha espresso la propria "forte preoccupazione per l’orientamento favorevole alla sua applicazione espresso da alcune amministrazioni comunali emiliano-romagnole".
La tassa di soggiorno, secondo la consulta, "è una tassa iniqua che rischia di penalizzare i flussi turistici nelle nostre località, nonché di limitarne il potere d’acquisto. Per le imprese turistiche, il ricorso alla tassa di soggiorno da parte delle amministrazioni comunali risulterà estremamente dannoso: e questo solo per pareggiare i bilanci comunali. Infine, va evidenziato che un’applicazione di questa tassa a macchia di leopardo, cioè senza un coordinamento tra la Regione e i Comuni, non farebbe che inasprire la concorrenza tra località turistiche, proprio nel momento in cui la difficile situazione economica dovrebbe spingere a collaborare".
Per ora, le città che hanno annunciato l’applicazione della tassa di soggiorno sono tre: Ferrara dal 1° gennaio, Rimini da Pasqua 2012 e Bologna a data da destinarsi. In altre città il dibattito è invece ancora in corso. Il problema è certo sentito anche dagli stabilimenti balneari, che verrebbero indirettamente penalizzati da un eventuale calo di flusso turistico, ma i concessionari demaniali hanno ben altri problemi a cui pensare in questi giorni. Ci si riferisce ovviamente alla direttiva Bolkestein, contro la quale in Emilia Romagna si continua a non protestare abbastanza.
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