di Alex Giuzio
Il futuro dei balneari sta per essere deciso. Il decreto legge a lungo annunciato dal ministro al turismo Piero Gnudi per regolamentare le concessioni demaniali dovrebbe uscire entro la fine di settembre, e la categoria non prevede nulla di buono. Il ministro Gnudi, da sempre evasivo sulla questione, è diventato anche evasore degli appuntamenti istituzionali: al question time di mercoledì alla Camera dei deputati, con una discussione in agenda sulla direttiva Bolkestein, Gnudi non si è presentato, e nemmeno il giorno prima all’audizione in Senato alla presenza delle Regioni, saltando le ennesime occasioni per presentare i contenuti del suo decreto.
Al suo posto ci ha pensato il ministro per i rapporti col Parlamento Pietro Giarda (nella foto) a rispondere alla scottante domanda del deputato Idv David Favia, tra i più attivi nella difesa dei balneari. Così si è espresso Favia (trascrizione a cura di Comitato Balneari Liguria; per guardare la registrazione televisiva clicca qui): «Dovete fare una legge delega per l’applicazione della Bolkestein. Intendete difendere i diritti di queste imprese, di questi lavoratori, di questa realtà italiana unica in Europa, che invece ancora una volta, secondo Bolkestein, dovremmo offrire alle solite multinazionali, che arrivano qui con un po’ di cineserie e prendono e mandano a casa quelli che tutti i giorni assicurano sicurezza e reddito al nostro paese?».
Pietro Giarda, dopo una premessa generica, ha replicato così: «L’intervento normativo sul quale si sta lavorando con le amministrazioni concertanti intende, per un verso, fare sì che la disciplina di riordino sia coerente con le esigenze di tutela della concorrenza di matrice europea e, allo stesso tempo, preservare la funzionalità del settore, il quale costituisce, come lei ha richiamato, un elemento di primaria rilevanza per il comparto turistico e più in generale per le prospettive di sviluppo dell’intera economia nazionale. A tale riguardo sono note al governo le esigenze e le preoccupazioni degli operatori economici di questo settore, moltissimi dei quali vi lavorano e vi impiegano risorse ed energie, che non vanno disperse e che in svariati casi hanno contribuito alla salvaguardia di preziosi tratti della costa del nostro paese. In proposito si ha presente che la Commissione attività produttive della Camera dei deputati, in sede di parere sul recente decreto correttivo relativo alla stessa direttiva servizi, ha tra l’altro chiesto al governo di prevedere criteri di premialità nell’ambito delle procedure di selezione per il rilascio delle concessioni. L’intervento che si intende adottare in questo settore è dunque proiettato verso la valorizzazione delle professionalità dei suddetti operatori economici, anche allo scopo di delineare un quadro normativo che salvaguardi gli investimenti già effettuati e la previsione di rinnovati piani di investimento, da proiettare nel futuro. Per fare questo si intende assicurare agli operatori medesimi il tempo necessario per l’ordinato e proficuo recupero degli investimenti medesimi. È preciso impegno del governo quello di attivare opportune forme di interlocuzione preventiva con la commissione europea sul testo del decreto, onde supportare, nell’ambito di un sostenibile quadro competitivo, le prospettive che abbiamo sopra delineato».
Il ministro non ha escluso esplicitamente le evidenze pubbliche, fornendo una risposta generica e molto burocratica, come non ha mancato di evidenziare David Favia in una nota diffusa dopo il question time: «Ci sono 30 mila imprese e 300 mila posti di lavoro che rischiano di sparire. Si tratta dei lavoratori degli stabilimenti balneari che rischiano di essere spazzati via, se le concessioni dovessero essere mandate ad asta europea, come stabilisce la direttiva Bolkestein. Oggi abbiamo chiesto al governo cosa intenda fare e in cambio abbiamo ricevuto una risposta evasiva e burocratica. Serve una legge delega per l’applicazione della Bolkestein che escluda questo settore, così come è stato per le acque minerali, i notai, i concessionari e i distributori di carburante. Vogliamo sapere se il governo intende difendere anche i diritti di queste imprese di lavoratori, di questa realtà italiana sana e unica in Europa, o se vuole svendere le nostre spiagge alle multinazionali straniere. Non c’è alcuna lesione della concorrenza, perché vi sono ancora spazi per nuove concessioni e, quindi, le vecchie potrebbero tranquillamente non essere toccate. Queste imprese ricoprono e risolvono un interesse pubblico che tutti ben conosciamo. Ci sono investimenti enormi che non possono essere ammortizzati nel termine del 31 dicembre 2015. L’Italia dei Valori ha presentato una proposta di legge. Gli ambulanti, i notai, i concessionari, le acque minerali, i distributori di carburante sono usciti dalla Bolkestein; il governo dica chiaramente se intende andare a negoziare in Europa l’uscita dalla Bolkestein anche per le imprese turistico-balneari. In gioco c’è la sopravvivenza di un settore con i suoi 300 mila dipendenti e un indotto di un milione di posti di lavoro».
Irritato anche Riccardo Borgo, presidente del Sindacato Italiano Balneari, per il mancato dialogo del governo con i rappresentanti di categoria: «Prendiamo atto che il Governo intenda mantenere l’impegno assunto dai ministri Gnudi e Moavero nei confronti delle imprese balneari. Noi, però, continueremo a ribadire con forza la necessità che tale proposta venga prima discussa e concertata, anche qui nel rispetto degli impegni presi, con le Regioni e con i rappresentanti della categoria».
Angelo Berlangeri, assessore al turismo della Regione Liguria, ha invece condiviso il discorso di Giarda: «La Regione Liguria giudica positivamente l’annuncio di Giarda, che ha sottolineato gli impegni del governo per adottare un ‘criterio di premialità sul rilascio delle nuove concessioni balneari dopo la direttiva Bolkestein che entrerà in vigore nel dicembre 2015′. La Liguria si augura che alle parole del ministro Giarda seguano presto fatti concreti e adempimenti normativi che diano agli operatori le assicurazioni necessarie e indispensabili per programmare la loro attività futura».
Rimane il fatto che i provvedimenti concreti mancano, il settore è immobilizzato dall’incertezza e un’altra estate è passata senza che l’annosa questione Bolkestein sia stata risolta. In questi giorni di metà settembre i balneari, più liberi dagli impegni di lavoro, hanno ricominciato a organizzare assemblee e iniziative di protesta: se per il Sun è stato annunciato un boicottaggio di massa – non avendo i balneari intenzione di acquistare nulla, causando anche l’assenza di molti espositori già in crisi –, un appuntamento di elevato richiamo è invece la Festa del Turismo organizzata dal Partito Democratico a Milano Marittima, in programma da lunedì a domenica prossima. Il convegno di chiusura prevede la partecipazione del ministro Gnudi per un dibattito col presidente della conferenza delle Regioni Vasco Errani: un incontro che i balneari non si lasceranno sfuggire per tentare di sottoporre qualche scottante domanda al ministro sui contenuti di un decreto sinora protetto sotto segreto.
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