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Contro la Bolkestein le Marche fanno fronte comune

Per salvare le concessioni balneari il documento di Regione, Anci e sindacati, già sul tavolo del ministro.

di Martina Mariangeli

Un documento congiunto che schiera un intero territorio in difesa delle concessioni degli stabilimenti balneari, contro lo spettro della direttiva Bolkestein. Regione Marche, Anci Marche e le sei sigle sindacali del settore – Sib-Confcommercio, Fiba-Confesercenti, Assobalneari-Confindustria, Cna Balneatori Marche, Oasi-Confartigianato e Itb Italia – si sono incontrati ieri a palazzo Raffaello per firmare un accordo, concertato dall’assessore regionale al turismo Moreno Pieroni, da sottoporre al governo centrale al fine di smussare i contorni di una normativa europea poco consona a un’economia, come quella italiana, fortemente basata sul turismo balneare.

Il documento, inviato ieri stesso al ministro per gli affari regionali Enrico Costa, è articolato su diversi punti, il più importante dei quali chiede l’immediata convocazione di un tavolo di confronto tra governo ed enti locali, come già chiesto in sede di Conferenza Stato-Regioni.

Fondamentale, inoltre, che si faccia chiarezza con la Commissione europea sulla possibilità di un regime transitorio delle attuali concessioni demaniali marittime, come avvenuto in Spagna e Portogallo, e la creazione di un percorso che individui un “doppio binario” per il rilascio e il rinnovo delle concessioni balneari: il primo transitorio e premiale per le concessioni già esistenti con una proroga di 30 anni, il secondo che individua criteri di evidenza pubblica e gare per le eventuali nuove concessioni relative alle superficidemaniali ancora disponibili.

«La Regione – ha ricordato Pieroni – ha svolto un ruolo trainante sia per garantire che la questione mantenesse inalterata nel tempo la sua giusta priorità e considerazione sul piano politico e tecnico, sia per individuare interventi e azioni in grado di risolvere, una volta per tutte, il problema». Problema che si fa sempre più stringente, considerando soprattutto la pronuncia ormai prossima della Corte di giustizia europea relativamente alla proroga automatica al 2020 delle concessioni, che dovrebbe giungere tra maggio e ottobre. Se l’Europa dovesse esprimersi, come probabile, contro la proroga, per gli operatori balneari si aprirebbe una stagione di incertezza. In prospettiva di ciò, il documento congiunto avanza dunque anche alcune proposte per la riforma del settore: riconoscere l’importanza in termini occupazionali delle imprese turistiche operanti sul demanio marittimo; l’esigenza di un piano d’azione per la programmazione di interventi a difesa della fascia costiera, che potrebbe essere facilitata se fosse la Regione, e non lo Stato, a gestire le entrate legate al demanio marittimo; il principio di indennizzo adeguato al valore di mercato delle imprese; la revisione dei canoni pertinenziali e il superamento della distinzione tra facile e difficile rimozione delle strutture, considerata ormai obsoleta e causa di continui ricorsi.

fonte: Corriere Adriatico

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