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Concessioni abusive, le imprese balneari corrono ai ripari

Pronto un documento di Cna che conferma la continuità degli attuali stabilimenti, anche se domani la Corte di giustizia Ue annullerà i loro titoli.

di Alex Giuzio

Arriverà domani la sentenza della Corte di giustizia europea che annullerà la validità delle concessioni balneari italiane. In seguito a due ricorsi presentati ai Tar di Firenze e di Cagliari, infatti, la Corte Ue si pronuncerà sulla compatibilità con il diritto comunitario dell’ultima proroga concessa dal governo italiano alle concessioni balneari – quella al 31 dicembre 2020. Una pronuncia che sarà tendenzialmente negativa, come ha già anticipato lo scorso 25 febbraio l’avvocato generale Maciej Szpunar (vedi notizia). Ma le imprese balneari non ci stanno, e il sindacato Cna Balneatori ha già predisposto un modulo per confermare la continuità delle attuali imprese, anche se le loro concessioni saranno annullate.

Le conseguenze della sentenza

Dal momento che la Corte Ue riterrà non valida la proroga al 2020, che fu disposta dal governo Monti, le concessioni torneranno alla precedente scadenza del 31 dicembre 2015. Questo significa che, in piena stagione estiva, gli stabilimenti balneari si troveranno in una sorta di situazione "abusiva", dal momento che le loro concessioni diventeranno scadute da un giorno all’altro.

Si tratterà di un caos burocratico senza precedenti, che andrà a colpire le circa 30mila concessioni demaniali disposte sui 7500 chilometri di costa italiana. Paradossalmente, infatti, nessuno potrebbe impedire a un qualsiasi privato imprenditore di presentare domanda di assegnazione di una qualsiasi concessione, dal momento che saranno tutte già scadute.

La risposta dei sindacati

Per questo Cna Balneatori, uno dei sei sindacati nazionali che rappresentano gli imprenditori balneari, ha ritenuto di proporre a tutta la categoria di compilare un documento intitolato "Conferma della continuità dell’impresa balneare" e di depositarlo nell’ufficio comunale di propria competenza in attesa di una legge nazionale che risolva questo problema. Il modulo, articolato in quattro pagine che argomentano le ragioni degli attuali imprenditori balneari, si conclude confermando "la continuità aziendale" dell’impresa balneare rappresentata dallo scrivente. È possibile scaricare il documento cliccando qui.

Da parte sua, Sib-Confcommercio ha invece diramato un comunicato per tranquillizzare gli imprenditori, ritenendo superflua la presentazione di qualsiasi documento. «Si tratta di una iniziativa del tutto strumentale, inutile e inopportuna – afferma il presidente Riccardo Borgo – in quanto, come è noto, dietro nostra specifica richiesta, il governo ha assicurato un provvedimento legislativo in grado di garantire la validità delle concessioni in essere sino all’approvazione della riforma per la quale si sta predisponendo specifica legge delega. Inoltre già avevamo informato, subito dopo l’incontro con il ministro Costa della scorsa settimana, che proprio per esaminare specificatamente le modalità tese a mettere in atto la tutela generalizzata delle concessioni vigenti la prossima settimana sarà convocata dal ministro Costa una riunione ad hoc con le associazioni di categoria. Invitiamo a tranquillizzare tutti i balneari evidenziando che al momento non è necessario fare nulla per ottenere la continuità delle attuali concessioni, anche in presenza di una sentenza negativa della Corte Ue sulla proroga dei titoli al 31 dicembre 2020».

La soluzione del governo italiano

Intanto, come ricorda Borgo, il governo italiano ha preparato una soluzione per impedire che la sentenza europea provochi il caos. Si tratta di alcuni emendamenti al decreto Enti locali, che la maggioranza intende approvare già la prossima settimana, subito dopo la pronuncia.

In particolare, l’emendamento più importante (presentato dai deputati Ncd Pizzolante e Tancredi e dal Pd Arlotti) intende confermare lo status quo delle attuali concessioni anche se la loro ultima proroga sarà giudicata invalida. "Nelle more della revisione e del riordino della materia in conformità ai principi di derivazione comunitaria – afferma l’emendamento – sono valide ed efficaci le concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative il cui termine è stato prorogato ai sensi dell’articolo 1, comma 18, del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 194, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2010, n. 25". Abbiamo parlato di questa misura in maniera più approfondita in un recente articolo: "Ecco la legge che salva gli stabilimenti balneari dalla sentenza Ue".

Gli emendamenti sono stati già dichiarati ammissibili dalle commissioni parlamentari e le loro votazioni cominceranno mercoledì.

Domani su Mondo Balneare forniremo aggiornamenti in tempo reale sull’esito della sentenza e sulle sue interpretazioni, con interventi di giuristi, demanialisti e avvocati. Restate sintonizzati.

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